X
<
>

Condividi:
2 minuti per la lettura

Operazione Glicine, dalla Germania Johan Mair appena accusato è diventato una gola profonda facendo rivelazioni preziose sui business del clan

CROTONE – «Signor Mair, lei è sospettato di essersi associato ad un’organizzazione criminale, il clan di ‘ndrangheta dei papaniciari…». Appena glielo contestano, lui “canta”.

C’è una gola profonda che ha contribuito a fare luce sulle piattaforme di trading clandestine che tanto interessavano al presunto referente tedesco della cosca Megna, Salvatore Aracri. Johan Mair, imprenditore tedesco, ne ha parlato con la Bka, al termine delle perquisizioni eseguite nell’ottobre 2021, come si evince dalle carte della mega inchiesta che la scorsa settimana ha portato all’operazione Glicine Acheronte, condotta dalla Dda di Catanzaro. Mair ha riferito di essere in contatto con un iraniano, tale Unterberger, con entrature importanti nel sud-est Asiatico, coinvolto nelle operazioni di trading e in collaborazione con Marc Ulrich Goke, esperto di transazioni bancarie e frodi informatiche, coordinatore, insieme ad Aracri, di una struttura di intermediari.

OPERAZIONE GLICINE, LE RIVELAZIONI DELLA GOLA PROFONDA

Goke, secondo Mair, era capace di controllare conti cinesi che dovevano essere scaricati e la cui giacenza doveva essere reinvestita su piattaforme di trading. Uno dei compiti affidati a Mair era quello di occuparsi della stesura della documentazione bancaria artefatta utile per eseguire movimentazioni sui conti prima del reinvestimento delle provviste in operazioni di trading. Mair, insomma, avrebbe fatto da mediatore tra i trader che si occupavano delle operazioni, tra cui Goke. L’incisività di quest’ultimo era tale che questi era riuscito perfino a fondare o acquistare una banca in Germania, che secondo Mair era operativa. Mair confermava, inoltre, che Goke utilizzava conti intestati a fondazioni o aziende appositamente create.

I RISCONTRI CON LE CONVERSAZIONI INTERCETTATE

Le dichiarazioni di Mair sarebbero riscontrate da conversazioni intercettate durante le quali Aracri, a colloquio con Goke, faceva riferimento al possesso di codici bancari attraverso i quali sarebbe stato possibile lucrare su interessi per 40 milioni che potevano essere canalizzati su un conto offshore. Goke avrebbe pertanto prospettato ad Aracri la possibilità di cooperare in maniera proficua con Mair, ma avrebbe accennato anche a un importante esponente del colosso HSBC in Germania.

«Parlerò con Mair appena mi dai il FX 4 e poi si vedrà… apriamoci una bella banca tutta per noi. Questo è più importante di tutte le altre cose e insieme al leader della banca HSBC possiamo trafficare quando vogliamo. Sarebbe una cosa buona». Le ambizioni di Goke sarebbero quelle di controllare un’intera banca. «Avere una banca tutta per sé significa non avere più problemi con quei conti di m….».

In questo affare i due pensano di cooptare il banchiere tedesco Heinz Martin Humme, già presidente del Consiglio della Stadtsparrkasse di Düsseldorf e destituito in seguito ad accuse di corruzione e disposto, secondo gli indagati, a collaborare clandestinamente per il gruppo criminale. «Lo hanno licenziato ma non gli hanno ritirato la licenza bancaria… mi aveva detto, se avessi avuto una banca sottomano, di farglielo sapere e che avrebbe volentieri accettato». Almeno questo è quello che sosteneva Goke.

Condividi:

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

EDICOLA DIGITALE