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Dante Sestito

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Per l’omicidio di Salvatore Silipo commesso nel Reggiano dall’ex datore di lavoro della vittima, il pm aveva chiesto l’ergastolo, i giudici hanno condannato il cutrese Sestito a 26 anni


CUTRO – Ventisei anni di reclusione. Questa la condanna inflitta a Dante Sestito, 73enne cutrese, per l’omicidio compiuto nell’autofficina di ricambi pneumatici da lui gestita a Cadelbosco Sopra, nel Reggiano. Vittima il suo ex dipendente Salvatore Silipo, 28enne originario di Cutro ma residente a Gualtieri. Lo ha deciso la Corte d’Assise di Reggio Emilia, che ha riconosciuto l’aggravante della premeditazione ma ha escluso quella dei motivi futili e abbietti. La pm Piera Cristina Giannusa, che ha coordinato le indagini dei carabinieri, e nel corso della requisitoria ha parlato di una vera e propria esecuzione compiuta con crudeltà, aveva chiesto l’ergastolo.

Il suo difensore, l’avvocato Luigi Colacino, ha contestato la tesi della premeditazione. Altrimenti l’imputato, a suo dire, non avrebbe convocato la vittima alla presenza di testimoni all’interno dell’officina. La difesa sostiene che il colpo che ha ucciso Silipo sarebbe partito accidentalmente nel corso di una lite.

CONDANNATO DANTE SESTITO, LA RICOSTRUZIONE DELL’OMICIDIO DI SALVATORE SILIPO

Sestito è accusato di aver ucciso con un colpo di pistola alla nuca il suo ex dipendente. L’arma, un revolver “Smith & Wesson” calibro 44 magnum, illegalmente detenuta e risultata rubata a Cadelbosco Sopra, fu sequestrata insieme a 18 colpi di cui uno esploso. Sestito avrebbe ucciso Silipo dopo averlo fatto inginocchiare. Lo aveva convocato nel suo store per un chiarimento su un furto di pneumatici che probabilmente attribuiva alla vittima. Furto avvenuto circa un mese e mezzo prima. Pneumatici in cui, a quanto pare, erano nascoste somme di denaro imprecisate.

Silipo si era presentato col fratello Francesco, anche lui pare costretto a inginocchiarsi, e con il cugino Piero Mendicino, il quale sarebbe scappato riuscendo a dare l’allarme. Nessuna responsabilità penale contestata ad Antonio Sestito, figlio di Dante, che era con lui al momento della tragedia.
L’avvocato Colacino aveva formalizzato la richiesta di rito abbreviato che, in caso di esclusione delle aggravanti, gli avrebbe consentito di avere uno sconto di pena. Si sono costituiti parte civile i familiari della vittima, assistiti dagli avvocati Mattia Fontanesi e Roberto Chiossi. Le parti civili hanno chiesto e ottenuto il risarcimento disposto dai giudici.

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