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Crotone, la testimonianza del colonnello Fiora nel processo “Thomas” che svela gli accessi abusivi alla banca dati della Finanza, tra le vittime l’ex direttore Sismi e Virginia Raggi


CROTONE – Spiate eccellenti a Crotone, dove qualcuno faceva numerose interrogazioni alle banche dati in uso alla Guardia di finanza: tra le vittime ignare c’erano anche l’ex generale delle Fiamme Gialle ed ex direttore del Sismi Nicolò Pollari e l’ex sindaca di Roma Virginia Raggi. La conferma è venuta dal colonnello Emilio Fiora, ex comandante provinciale della Guardia di finanza di Crotone (successivamente destinato a Lecco per svolgere un analogo incarico), interrogato dal pm Antimafia Domenico Guarascio nel corso di un’udienza del processo scaturito dall’inchiesta che nel gennaio 2020 portò all’operazione Thomas, condotta dalla Dda di Catanzaro contro i presunti colletti bianchi della cosca Grande Aracri di Cutro.

Tra gli imputati ci sono anche quattro finanzieri che devono rispondere di avere, attraverso l’abusiva consultazione delle banche dati, attinto informazioni coperte dal segreto istruttorio in favore di alcuni imprenditori, informandoli su attività di polizia giudiziaria o economico-finanziaria in itinere, oppure compiendo gravi omissioni, per esempio non denunciando reati o fatti suscettibili di approfondimenti investigativi. Uno dei finanzieri finiti sotto accusa è stato già condannato nel troncone processuale svoltosi col rito abbreviato ma è stata esclusa l’aggravante mafiosa. Si tratta di Domenico Ferrara, luogotenente della Guardia di finanza di Crotone oggi in pensione, condannato a 8 mesi di reclusione (pena sospesa).

ACCESSI ABUSIVI ALLA BANCA DATI DELLA FINANZA, LA RICOSTRUZIONE DEL COLONNELLO FIORA

Intanto, nel corso di un’udienza svoltasi nel corso del processo che si celebra con il rito ordinario, il colonnello Fiora (poi controesaminato dall’avvocato difensore Mario Nigro) ha ripercorso, dinanzi al Tribunale penale di Crotone presieduto da Michele Ciociola, la serie impressionante degli accessi abusivi. Balzano all’attenzione soprattutto quelli che, secondo l’accusa, sarebbero stati compiuti dal finanziere Roberto Triolo. Gli inquirenti non sono mai riusciti a capire perché sarebbe stata ripetutamente e indebitamente interrogata la banca dati in uso al Corpo per chiedere informazioni sull’ex direttore del Sismi e l’ex sindaca di Roma. Ma vittime ignare sarebbero anche gli ex comandanti regionali della Finanza Fabio Contini e Gianluigi Miglioli e perfino gli orafi crotonesi Michele Affidato e Gerardo Sacco.

Nel corso della sua deposizione, Fiora ha descritto un clima in caserma in cui gli investigatori parlavano con la radio accesa ad alto volume per evitare di essere ascoltati da orecchie indiscrete. Non è dato sapere, comunque, se siano stati fatti approfondimenti investigativi sul perché di quelle “spiate”.
L’unica cosa certa è che, allo stato, di concorso esterno in associazione mafiosa e rivelazione di segreti d’ufficio deve rispondere Donato D’Amelio, 69 anni, ex appartenente alla Guardia di Finanza di Crotone, che fin dal 2009 avrebbe agevolato le cosche comunicando notizie coperte dal segreto d’ufficio ottenendo in cambio «favori personali e regalie varie».

LE “SPIATE” ALL’EX BOSS DI CROTONE GIUSEPPE VRENNA

Per esempio, avrebbe informato l’ex boss di Crotone Giuseppe Vrenna, oggi pentito, di un’imminente misura cautelare nei confronti dell’imprenditore di Isola Capo Rizzuto Francesco Anselmo Cavarretta, e ancora avrebbe svelato a Giuseppe Nicoscia, esponente dell’omonima famiglia di ‘ndrangheta di Isola, che c’era una microspia nella sua auto; si sarebbe attivato anche per chiedere lumi su eventuali indagini sul carrozziere crotonese Antonio Borrelli. Il militare, inoltre, si sarebbe attivato tramite i colleghi Giuseppe Condemi e Roberto Triolo, per «ottenere informazioni circa un controllo subito da tale Antonio Franco, soggetto di interesse investigativo giacché collegato alle famiglia di ‘ndrangheta Arena e Grande Aracri» per informare degli esiti il diretto interessato.

A marzo 2018, sempre con l’aiuto di Condemi e Triolo, D’Amelio avrebbe ottenuto informazioni sull’imprenditore Giuseppe Greco congiunto di Carmine Cutruzzolaro, «soggetto quest’ultimo indiziato di appartenere alla cosca di ‘ndrangheta Grande Aracri». D’Amelio avrebbe anche cercato notizie su eventuali azioni investigative, verifiche fiscali sul conto di Francesco Iona e Francesco Domenico Ciampà «legati alle cosche di ‘ndrangheta operanti sul territorio di Cutro e Belvedere Spinello».

Dal canto loro Triolo, Condemi e il luogotenente ora in quiescenza Ferrara, abusando delle loro qualità e dei loro poteri, avrebbero effettuato, secondo l’accusa, numerose interrogazioni alle banche dati in uso al Corpo nei confronti di tutta una serie di altre personalità. Tra le vittime delle spiate anche il colonnello Fiora e altri ufficiali all’epoca in servizio a Crotone.

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