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L'aula bunker di Lamezia Terme

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Operazione Glicine Acheronte, via alla maxi udienza preliminare nell’aula bunker a Lamezia: istituzioni parti civili nel procedimento verso 126 indagati

CROTONE – I ministeri dell’Interno e dell’Ambiente, la Regione Calabria, Provincia, Comune, Asp e Aterp di Crotone si sono costituiti parti civili nel procedimento a carico di 126 persone scaturito dall’inchiesta che nel giugno scorso portò alla mega operazione Glicine Acheronte. È l’inchiesta con cui furono svelati i sofisticati interessi criminali della cosca Megna di Crotone, in grado di reclutare hacker tedeschi per muovere cifre a sei zeri attraverso il trading clandestino on line, e sarebbe stata fatta luce su un presunto comitato d’affari legato alla politica e alle istituzioni regionali il cui strapotere si sarebbe materializzato tra il 2014 e il 2020.

La maxi udienza preliminare è iniziata nell’aula bunker di Lamezia Terme, davanti al gup distrettuale di Catanzaro Sara Merlini, con le eccezioni degli avvocati Vincenzo Cardone, Mario Nigro e Francesco Verri che chiedono l’ esclusione delle parti civili. Molte le questioni di nullità sollevate dalle difese su cui il giudice si pronuncerà alla prossima udienza. I pm antimafia Domenico Guarascio e Paolo Sirleo, e il pm della Procura ordinaria di Crotone Alessandro Rho, che hanno firmato la richiesta di rinvio a giudizio, già il prossimo 15 maggio dovrebbero tenere la requisitoria.

La Dda continua a contestare l’aggravante mafiosa (che era stata esclusa dal gip) in relazione all’associazione a delinquere, finalizzata a una serie impressionante di reati contro la Pubblica amministrazione, al cui vertice, in qualità di “promotori”, ci sarebbero stati l’ex consigliere regionale Enzo Sculco, finito agli arresti domiciliari, e big del Pd calabrese come l’ex governatore della Calabria Mario Oliverio, l’ex assessore regionale e parlamentare Nicola Adamo, l’ex segretario particolare di Oliverio ed ex assessore ai Lavori pubblici del Comune di Crotone Giancarlo Devona, l’ex consigliere regionale ed ex segretario provinciale Dem di Reggio Calabria Sebi Romeo. Il pactum sceleris, secondo l’accusa, prevedeva una serie di incarichi fiduciari, nomine e assunzioni, di matrice clientelare, presso vari enti.

Un capitolo dell’inchiesta ruota attorno alla gestione del ciclo dei rifiuti in Calabria e ai rapporti tra esponenti politici, in quel momento al governo della Regione, e gli imprenditori Gianni e Raffaele Vrenna, rispettivamente presidente ed ex presidente del Crotone calcio. Traffico illecito di rifiuti è l’accusa, e, oltre ai Vrenna, ne rispondono l’ex assessora regionale all’Ambiente Antonietta Rizzo e l’ex governatore Oliverio ma anche Domenico Pallaria, Orsola Reillo e Antonio Augruso, all’epoca dei fatti dirigenti del dipartimento Ambiente della Regione. L’avvocato Verri ha chiesto di stralciare le posizioni del gruppo Vrenna per mancanza di connessione con reati di mafia.

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