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I carabinieri del Ris durante i rilievi

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CIRO’ MARINA – Sono tre le persone iscritte nel registro degli indagati nell’ambito dell’inchiesta sul femminicidio materializzatosi proprio la sera dell’8 marzo, vittima la 42enne Antonella Lettieri (LEGGI LA NOTIZIA DELL’OMICIDIO), anche se la pista battuta sembra portare in una direzione precisa, a sfondo decisamente passionale (LEGGI LA NOTIZIA), e gli avvisi di garanzia sono un atto dovuto in seguito agli accertamenti tecnici non ripetibili svolti dai carabinieri.

Decisiva potrebbe essere la prova del Dna, ma soltanto se e quando gli indizi saranno convergenti il pubblico ministero Alfredo Manca, che coordina le indagini condotte dai militari della Compagnia di Cirò Marina, dai loro colleghi del Reparto operativo di Crotone e da quelli del Ris di Messina, potrà emettere un provvedimento restrittivo che, in ambienti investigativi, non si esclude possa arrivare a breve. Si scava nella vita privata, e indicazioni potrebbero venire anche dall’esame del cellulare della donna.

CHI SONO Sono stati iscritti nel registro degli indagati una coppia di coniugi, l’operaio S. F., di 50 anni, e la moglie F. A., di 48, amici della vittima, e il 42enne F. M., che la frequentava. «L’iscrizione è atto dovuto, altrimenti gli inquirenti non avrebbero potuto procedere agli accertamenti», ha detto al Quotidiano l’avvocato Francesco Amodeo, che difende marito e moglie, con riferimento al sequestro e alle perquisizioni dell’auto Opel “Corsa” di F. M. e dell’Alfa “156” di S. F, setacciate dai militari alla ricerca di tracce e impronte. Nessuno dei tre è stato trattenuto a conclusione degli interrogatori e degli accertamenti protrattisi a lungo nell’abitazione della vittima.

INTERROGATORI I coniugi si sono avvalsi della facoltà di non rispondere. Il 42enne ha risposto a tutte le domande, rappresentato dall’avvocato Gianni Russano, precisando di aver chiamato al telefono Antonella qualche ora prima del delitto. L’avvocato Russano, pur senza entrare nel merito dell’interrogatorio condotto dal capitano Alessandro Epifanio, comandante della Compagnia dei carabinieri di Cirò Marina, ha detto che il suo assistito è «sconvolto». «Mi auguro – ha aggiunto il legale – che gli investigatori individuino presto il responsabile e che questi sia condannato severamente, anche per la memoria di una ragazza eccezionale e per un senso di giustizia verso i familiari».

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SULL’OMICIDIO DI ANTONELLA LETTIERI

IL PUGNO Tra i riscontri registrati dai militari, una porta danneggiata con un pugno a casa sua da F. M. subito dopo aver appreso la tragica notizia. F. M., infatti, ha detto di aver reagito così dopo la morte di una persona a lui molto cara. Ecco perché le ecchimosi ad una mano e le tracce di sangue rilevate dal Ris.

I VESTITI A lungo si sono protratti i rilievi nella casa della vittima, ai quali ha assistito, per conto della famiglia Lettieri, anche l’avvocato Mariano Salerno. I nodi irrisolti potrebbero presto venire al pettine grazie all’esame del Dna. I militari hanno compiuto accertamenti anche sui vestiti delle persone iscritte nel registro degli indagati.

LE CHIAVI Forse Antonella conosceva l’assassino. Forse questi aveva libero accesso a casa sua perché i carabinieri non hanno trovato segni evidenti di effrazione. Forse aveva le chiavi dell’abitazione in via Cilea. L’aggressione per rapina sarebbe da escludere perché Antonella svolgeva la modesta attività di commessa nel minimarket “Calabrisella” della sorella gemella e del cognato (colui che la mattina di giovedì scorso ha dato l’allarme non vedendola arrivare in negozio), né sembrebbero mancare all’appello preziosi.

LA SIMULAZIONE Non si esclude neanche che, dopo il fattaccio, l’assassino abbia rovistato qua e là per simulare un tentativo di rapina e depistare le indagini. Del resto, a sua disposizione ha avuto un arco temporale abbastanza lungo, essendo la vittima rincasata al termine dell’orario di lavoro e subito dopo assalita.

VIDEOCAMERE Vengono esaminate con attenzione anche le immagini riprese dagli impianti di videosorveglianza della zona, alcuni dei quali, però, non funzionanti.

L’AUTOPSIA Antonella è stata uccisa con due armi. Ed è stato un delitto d’impeto. La conferma è venuta dall’autopsia eseguita ieri sera, sul marmo dell’obitorio di Crotone, dal medico legale Isabella Aquila (alla presenza dei consulenti di difese, Michele Rajani e Raffaele Gangale, e parti offese, Massimo Cardamone). L’assassino, o gli assassini, le hanno inflitto quattro, forse cinque coltellate al torace e all’addome e si sono accaniti sul capo con forse più di 20 colpi inferti con una mazza o un’altra arma da taglio (una mannaia?) che hanno devastato la scatola cranica. La donna, ferita anche alle mani, ha opposto resistenza e ha graffiato il suo carnefice durante la colluttazione. Potrebbero essere emerse indicazioni sull’altezza dell’assassino e sulla sua posizione nei confronti della vittima al momento dell’aggressione.

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