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Elly Schlein davanti alla croce realizzata con i legni del barcone naufragato

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CROTONE – Sotto una pioggia battente e un vento sferzante, si è soffermata per qualche minuto davanti alla croce realizzata con il legno del barcone naufragato e ha deposto una corona di fiori: si è svolta a Steccato di Cutro la prima tappa della trasferta nel Crotonese della segretaria del Pd, Elly Schlein, per rendere omaggio alle 94 vittime della tragedia del 26 febbraio dello scorso anno. Accompagnata dal deputato calabrese Nicola Irto e dai dirigenti locali e provinciali del partito, ma anche dai pescatori che recuperarono i corpi delle vittime, Schlein è rimasta in raccoglimento per una decina di minuti sulla spiaggia. Poi, la leader dem ha incontrato, in forma privata, una delegazione di Steccato di cui facevano parte anche i pescatori Antonio e Teodoro Grazioso e Vincenzo Luciano e due volontari della Prociv-Arci di Isola Capo Rizzuto. Nessuno le ha detto che l’associazione è destinataria di un’interdittiva antimafia (sospesa).

Ma non è stato certo questo il motivo dell’incontro. Schlein ha ascoltato sia le lamentele della gente di Steccato, delusa perché la frazione costiera di Cutro che ha vissuto il dramma è stata esclusa dalle commemorazioni ufficiali, sia gli operatori che intervennero nell’emergenza, che si sentono abbandonati dallo Stato che non si è preso cura di un trauma collettivo. «Non ci dormo la notte», ha detto Schlein abbracciando i pescatori che si sono commossi rievocando la tragedia. Quindi è subito ripartita alla volta di Crotone per prendere parte al corteo bagnato dalla pioggia. Lo ha organizzato la Rete 26 febbraio. Mentre si sentono slogan come “Mai più stragi di Stato” e “basta bugie”, Schlein è attorniata dai giornalisti, dietro uno striscione con su scritto “Solidarietà, verità, giustizia”.

«Per noi è importante essere qui oggi e avere aderito alla manifestazione della Rete 26 febbraio che chiedono ancora giustizia per le vittime di Cutro. Abbiamo trovato una comunità che si sente ancora abbandonata», dice sotto gli ombrelli. «Gli impegni non sono stati rispettati sia sui permessi che sui ricongiungimenti. Noi siamo qui per fare al ministro dell’Interno la stessa domanda che abbiamo fatto un anno fa: come è stato possibile che 94 persone morissero annegate? Come è stato possibile che non siano usciti i mezzi adeguati della guardia costiera con una imbarcazione che si sapeva che fosse in difficoltà. È doloroso essere qui dopo un anno a fare le stesse domande».

E ancora: «Per noi è importante essere vicini ai familiari delle vittime di Steccato – aggiunge Schlein – Ancora oggi abbiamo visto le lacrime dei pescatori che si sono trovati una scena apocalittica con corpi di bambini che potevano essere i nostri figli, questa comunità va supportata. La verità e ancora attesa, specie per i familiari e le vittime che attendono risposte». «Io riparto», dice, appena giunta al museo di Pitagora, dove sta per iniziare un incontro con superstiti e familiari delle vittime.

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