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Due dei tre figli di Natalia a Crotone

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CROTONE – Una donna ucraina, Natalia, è arrivata a Crotone con i suoi tre bambini, lo scorso mercoledì pomeriggio, dopo un viaggio di cinque giorni. Natalia è partita, sapendo che lei e i suoi figli avrebbero trovato ospitalità presso il social housing “DaMe”, gestito dalla cooperativa Kairos. I quattro profughi hanno affrontato «un viaggio pazzesco», cambiando spesso pullman.

La vicepresidente della cooperativa Kairos, Francesca Zimatore, precisa: «Noi li attendevamo a Roma, li hanno condotti, invece, fino a Cosenza, dov’è andata a prenderli un assistente sociale di Cirò Marina per poi accompagnarli a Crotone». Perché Natalia ha scelto di rifugiarsi nella città pitagorica? «Perché la conosceva, per diversi anni la madre ha lavorato come badante a Crotone, ha mantenuto i contatti con qualcuno, che gli ha parlato della nostra struttura», risponde la Zimatore.

«In questo momento – prosegue – i tre bambini, ossia due bambine rispettivamente di undici e di nove anni e un maschietto di due anni, stanno giocando nello spazio educativo dell’housing, la residenza ha tre piani». Mentre i figli giocavano, Natalia era intenta a procurarsi una scheda telefonica con l’aiuto della stessa Francesca Zimatore e di Katia, la responsabile della struttura. Le premeva telefonare al compagno, che è rimasto in Ucraina per respingere l’assalto russo, e agli altri suoi familiari.

Solo mercoledì notte, lontana dai pesanti bombardamenti russi, la (giovane) madre ucraina è riuscita finalmente a dormire, smaltendo una stanchezza, che l’aveva stremata. Ha trovato una casa molto accogliente, con tutti i comfort, e la grande umanità delle operatrici e del presidente della coop, Luca Greco. Certo, il suo pensiero fisso è per chi è restato indietro, per chi non può partire, per il suo compagno rimasto a combattere.

Questo pensiero assilla anche Padre Vasyl, un religioso ucraino, che svolge la sua missione pastorale nella chiesa di Santa Maria Prothospataris, la piccola chiesa situata all’interno dell’ex quartiere ebraico del centro storico. «Stiamo finendo di caricare un camion, che è arrivato dall’Ucraina, sto ricevendo tantissimi aiuti da Crotone e dalla provincia, da Catanzaro, da Trebisacce, la gente ha donato coperte, alimenti a lunga conservazione, prodotti per l’igiene, disinfettanti, medicine, abiti, di tutto», sottolinea al telefono con voce frettolosa.

Il camion si è, quindi, diretto verso una regione del nord dell’Ucraina, «dove grazie a Dio non ci sono bombardamenti, viaggerà con le autorizzazioni rilasciate dall’Ambasciata, dal Consolato, nelle zone bombardate sono stati distrutti pure gli ospedali», ricorda Padre Vasyl.

Che si sta organizzando per accogliere gli ucraini in fuga dalla guerra. Ieri, alle ore 19, il Vescovo Panzetta e Padre Vasyl hanno pregato per la pace nella chiesa di Santa Maria. Si è creata, come si è visto, una rete umanitaria spontanea. Le donne ucraine, che lavorano nei vari paesi del Crotonese, stanno promuovendo raccolte di beni di prima necessità da far pervenire in Ucraina. E le popolazioni locali rispondono alle varie richieste di aiuto con una generosità commovente.

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