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Mario Scarriglia

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CROTONE – C’è anche la pista passionale tra i percorsi d’interpretazione al vaglio degli investigatori della Squadra Mobile della Questura, alle prese con le indagini sul Far West scatenatosi l’altra mattina, in pieno giorno e in pieno centro, a due passi dallo stadio Scida, dove, poco dopo le 10,30 due uomini si sono materializzati, a bordo di uno scooterone Yamaha “T Max”, dinanzi alla sede della ditta di onoranze funebri di Mario Scarriglia, il titolare, 45enne, che stava eseguendo dei lavori insieme all’imbianchino Armando Scaletti, 53enne.

Uno dei killer si è avvicinato a piedi all’agenzia, pare munito di casco e mascherina, e ha fatto fuoco con una pistola di piccolo calibro, presumibilmente 7,65. Cinque i colpi sparati, quattro dei quali – ma questo lo stabilità con certezza l’autopsia che potrebbe avere luogo lunedì – avrebbero raggiunto alla schiena Scarriglia, voltatosi appena ha visto il killer, forse nel tentativo di sfuggirgli, e morto poco dopo nel vicino ospedale San Giovanni di Dio (LEGGI), dove è stato subito trasportato con un’ambulanza del 118; non gravi le condizioni di Scaletti, ferito alla gamba sinistra.

Le indagini, coordinate nella primissima fase dal pm Alessandro Rho, sono condotte dalla polizia e potrebbero essere agevolate dalla visione delle immagini registrate dagli impianti di videosorveglianza della zona. Il luogo dell’agguato si trova praticamente di fronte allo stadio, lungo via Giovanni Paolo II.

Gli uomini del vicequestore Ugo Armano e del commissario Antonio Concas stanno esaminando le telecamere dello stadio, di esercizi commerciali, di abitazioni private, ma ancora non hanno ricostruito la dinamica con esattezza. Il killer non è praticamente nemmeno entrato nel locale ma ha sparato appena fuori dall’ingresso ai due che si trovavano quasi sull’uscio, dove l’altra mattina si notavano una vistosa chiazza di sangue e una sedia finita a terra, mentre la scala su cui si sarebbe piazzato di lì a poco l’operaio è rimasta intatta. Ma gli investigatori stanno anche sentendo persone, tra le quali non ci sono sospettati tant’è che non sono stati fatti esami stub.

La scena del crimine

Non si esclude nulla sul movente dell’agguato, e oltre al contesto passionale si valuta il contesto di ‘ndrangheta, con riferimento forse al racket delle pompe funebri, ma fa capolino pure la pista dell’usura, perché pare che la vittima fosse dedita al prestito di soldi. Ma si cerca di capire anche se l’uomo possa avere avuto un battibecco nei giorni scorsi che potrebbe avere scatenato la rabbia di qualcuno dal grilletto facile.

Non ci sono dubbi sul fatto che fosse Scarriglia l’obiettivo predestinato dei sicari, ma bisogna capire se questi hanno agito per punirlo per contrasti di natura privata o per uno sgarro riconducibile a dinamiche criminali. Per questo si scava nella vita privata della vittima ma anche sui precedenti suoi e dei suoi familiari, stanziati nel vicino quartiere Fondo Gesù, più volte teatro diretto di agguati in mezzo al via vai di persone (il più eclatante è il raid dinanzi al terminal dei bus delle Autolinee Romano del gennaio 2018).

Con la giustizia Scarriglia ha avuto a che fare, ma per episodi di poco conto, come lesioni e gioco d’azzardo. Suo fratello Pasquale, è stato coinvolto nella maxi inchiesta Herakles Perseus contro la cosca Vrenna Bonaventura Corigliano, ma assolto in via definitiva.

Altri due suoi fratelli, Giovanni e Vincenzo, furono arrestati (ma soltanto il primo fu condannato) per il tentato omicidio di Pietro Ranieri, maturato sempre al Gesù, nel novembre 2015, per dissidi familiari. Sua sorella Claudia è stata in passato consigliera comunale e ha fatto parte dello staff dell’ex sindaco Ugo Pugliese.

Ma questo contesto potrebbe non avere a che fare nulla con le ragioni che hanno determinato l’agguato di ieri mattina, anche se la temerarietà dei sicari, entrati in azione in un luogo e ad un’ora in cui potevano essere notati da chiunque, sembra assimilabile al modus operandi delle fazioni delinquenziali radicate nel popoloso rione del Gesù.

Scarriglia, ritenuto uno dei più intraprendenti esponenti della sua famiglia, è stato punito perché intendeva dare la scalata alla gerarchia criminale o c’entra uno sfondo di matrice più privata? Agli inquirenti, che stano lavorando intensamente, il compito di rispondere a questo e agli altri interrogativi ancora in piedi, ma le indagini appaiono difficili.

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