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PETILIA POLICASTRO (CROTONE) – Questo matrimonio s’ha da fare. Sono «autentici insegnamenti ‘ndranghetistici» quelli che, secondo la ricostruzione degli inquirenti, trapelano dal colloquio in carcere che Nicola Comberiati, arrestato per mafia, estorsioni e usura nei giorni scorsi, ebbe con il padre Vincenzo, vertice indiscusso dell’omonima cosca di Petilia Policastro, quando andò a fargli visita. Nicola Comberiati ne parla in auto con Giuseppe Trapasso, nipote di Giovanni, capo dell’omonima famiglia di ‘ndrangheta di San Leonardo di Cutro, e convivente di Federica, sorella di Nicola e figlia di Vincenzo. Comberiati riferiva a Trapasso, impossibilitato ad accedere alla visita nel penitenziario in mancanza di un certificato di convivenza, che il padre avrebbe voluto che partecipasse al colloquio, perché voleva conoscerlo, e che avrebbe inviato una lettera alla figlia in cui spiegava che avrebbe dovuto proseguire la relazione. «Ormai Federica il passo l’ha fatto…io ero contento si finivano la casa, le scrivo perché brutte figure non ne voglio fare». E al successivo colloquio avrebbe preteso che la coppia si presentasse al suo cospetto.

I toni della conversazione, secondo la ricostruzione dei carabinieri della Compagnia di Petilia Policastro, che hanno condotto l’indagine coordinata dai pm Antimafia Domenico Guarascio, Paolo Sirleo e Pasquale Mandolfino, denoterebbero la volontà di mantenere «un certo rispetto ed un certo equilibrio onorevole» tra le famiglie Comberiati e Trapasso. Il boss detenuto impartirebbe disposizioni al suo «erede criminale», l’unico che fino all’alba di venerdì scorso era a piede libero dei suoi stretti familiari.

«La relazione tra i due giovani rappresentanti di famiglie malavitose – osservano gli inquirenti – diventa fattore per il mantenimento di un equilibrio criminale». Nicola Comberiati viene, insomma, delegato a preservare «lo status quo cultural-criminale». «Devono tornare insieme, ha fatto il passo e se lo tiene», l’ordine del padre, secondo quanto Nicola Comberiati riferisce alla cognata Antonia Mannarino, moglie di Pietro Comberiati, attualmente detenuto. «Ci sei tu ora e te la devi vedere tu», gli avrebbe intimato il padre, con riferimento al carico di responsabilità che grava sull’unico in libertà della famiglia.

Da quella conversazione emerge anche che la famiglia Comberiati disporrebbe di possidenze economiche rilevanti perché anche se Federica dichiara reddito zero e Nicola è un operatore socio-sanitario della clinica per disabili diretta dal coindagato Robert Oliveti, il figlio del boss cercava una cassaforte per custodire soldi. Tanti soldi.

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