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MESORACA (CROTONE) – Il copione si ripete con sempre lo stesso, purtroppo, tragico finale: la morte di pazienti per l’arrivo in ritardo dei soccorsi sanitari. Questa volta è toccato ad un signore di Mesoraca, che in macchina, si è sentito male a cavallo proprio al confine tra Mesoraca e Petilia Policastro, in località Bardaro, per un attacco cardiaco. Resasi conto della situazione l’uomo è stato assistito dalla figlia che era con lui e sono stati subito allertati i soccorsi sanitari, nella convinzione che il loro arrivo sarebbe stato immediato, visto che, davvero a pochissimi chilometri si trova il presidio di Campizzi, che è dotato di due ambulanze. Purtroppo, però, alla prima chiamata la risposta è stata che un’ambulanza era occupata in un altro servizio e non era disponibile. Allora, è stata richiesta la seconda, che la Regione aveva concesso dopo le molte proteste e sollecitazioni soprattutto del Comitato cittadino ospedale di Mesoraca. E secondo il racconto dello stesso presidente del Comitato, Piero Ferrazzo, la seconda ambulanza, nonostante la breve distanza, è tardata ad arrivare, tanto che è stato uno dei parenti della vittima che si è recato a Campizzi per sollecitarne l’intervento e ridurre il ritardo dei soccorsi, esponendo la gravità della situazione.

Alla fine la seconda ambulanza è arrivata, ma secondo lo stesso comitato, oltre 40 minuti dopo, tanto che è giunto sul posto prima l’elisoccorso, che era stato preallertato. La seconda ambulanza, della Croce Verde, era pure senza personale medico. Alla fine, il medico a bordo dell’elisoccorso, accompagnato sul posto dalle forze dell’ordine, non ha potuto fare altro che constatare la morte del paziente. E da ciò la rabbia dei presenti, con la domanda, in questi casi legittima, se l’uomo poteva essere salvato se i soccorsi fossero arrivati prima.

Tra le altre cose, il presidio di Campizzi è stato destinato a diventare la Casa di salute nel territorio crotonese, con alcuni locali che sono già pronti ed altri in fase di completamento.

«Le tragedie sul territorio di Mesoraca non finiscono”: questo il commento del Comitato cittadino – a distanza di due anni dall’ultima disgrazia, ancora si assiste alla morte improvvisa di un uomo!». E’ il caso del signor Giuseppe non è l’unico, se si considera ciò che è successo, recentemente, anche a Petilia Policastro, dove diverse sono stati le morti di pazienti in attesa di soccorsi. Nella stessa Mesoraca, un uomo è morto per la mancanza di un defibrillatore nel paese. «Cosa è successo in questo lungo tempo che è trascorso tra la chiamata e l’arrivo dei soccorsi? Perché i soccorsi arrivano dopo tutto questo tempo? – si chiede in una nota il comitato -. Sarà stata una cattiva gestione della centrale unica? E soprattutto perché Giuseppe non ha avuto il diritto di avere un medico che lo avrebbe potuto soccorrere e forse sicuramente lo avrebbe potuto salvare?».

E dopo questo episodio, che ha sconvolto, anche per le modalità, l’intera collettività, il Comitato cittadino ospedale di Mesoraca, annuncia che sta organizzando una protesta, chiedendo nel contempo «un incontro pubblico dove chiederemo al presidente della regione totali garanzie e diritti da sottoporre a noi cittadini. Dov’è lo Stato! Dov’è l’attenzione della Regione Calabria, dov’è finito il commissario straordinario alla sanità Roberto Occhiuto? Dove sono i diritti del malato in Calabria? Ormai in Calabria morire per soccorsi in ritardo e mancata sanità è diventata una consuetudine».

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