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CATANZARO – Sfiora il 40% il numero di giovani disoccupati in Calabria nella fascia di età tra i 18 e i 24 anni. A questi si aggiungono migliaia di giovani che sfuggono anche alle statistiche perché non si iscrivono nemmeno alle liste di disoccupazione. Dati che nel corso delle prossime settimane e mesi potrebbero peggiorare creando un spaccato ancora più forte tra la situazione calabrese e quella del resto del Paese. L’ultimo rapporto Istat sull’occupazione conferma ancora una volta la gravità della crisi in cui, nel contesto europeo, versa il nostro Paese. La percentuale dei disoccupati in Italia avrebbe raggiunto circa il 10%, tasso più alto mai raggiunto dal 2004 ad oggi con oltre 2,5 milioni di Italiani disoccupati cui si aggiungono le migliaia di lavoratori attualmente collocati nel sistema degli ammortizzatori sociali e parliamo di circa 15 mila lavoratori. Fino allo scorso anno la Calabria aveva schivato la crisi e i dati sull’occupazione erano anche in contro tendenza rispetto a quelli nazionali con una sostanziare riduzione del numero dei disoccupati tra il 2010 e il 2011. Dati, secondo gli economisti, destinati a peggiorare nei prossimi mesi. «Per i giovani la situazione è molto grave», commenta il segretario regionale della Cisl Paolo Tramonti. Ad aggravare ulteriormente il quadro – secondo il sindacalista – «il persistente divario tra Nord e Sud dove regioni come la Calabria continuano a registrare percentuali di disoccupazione ben al di sopra della media nazionale: da noi i giovani senza occupazione sono circa il 40%». 

Il sindacato non nasconde le difficoltà nel gestire questa fase. «Da più tempo – aggiunge Tramonti – stiamo sollecitando interventi in direzione del rilancio delle politiche attive con un piano straordinario per l’occupazione e il lavoro in Calabria che punti alla creazione di nuovi posti di lavoro, alla trasformazione dei rapporti di lavoro da precari in stabili, all’emersione e regolarizzazione dei tanti lavoratori in nero, alla riqualificazione e/o riconversione professionale dei lavoratori collocati negli ammortizzatori sociali». Il problema sono le risorse, dallo Stato centrale arrivano solo briciole anche perché negli ultimi anni è aumentata l’esigenza di coprire la forte richiesta di Cassa integrazione guadagni. Le uniche risorse disponibili sono quelle Comunitarie, ma da quasi un anno e mezzo i pagamenti dell’Ue a valere sul Fondo sociale europeo sono bloccati per problemi nelle procedure di controllo. 

La Regione ha deciso di rimodulare l’ Fse che ha una disponibilità complessiva di 700 milioni e circa il 40% è stato già impegnato. 

«La rimodulazione che prevede la destinazione delle risorse esclusivamente sulla occupabilità è un segnale positivo per dare risposte concrete ai giovani calabresi», commenta Tramonti e per questi motivi la Cisl, nel condividerne gli obiettivi, auspica che vengano al più presto concertati i relativi interventi. «In questo contesto – sottolinea il segretario della Cisl – è indispensabile accelerare al massimo programmi e progetti dell’attuale quadro comunitario per sostenere un piano anticrisi con investimenti per il rilancio delle filiere produttive e dei settori strategici del nostro sistema economico e produttivo». Per questi motivi è «auspicabile che le polemiche di questi giorni sull’utilizzo dei fondi comunitari vengano definitivamente accantonate in quanto la condizione economica e sociale della nostra Regione non può premettersi il protrarsi di un clima di perenne conflittualità e lacerazione da parte di quanti hanno responsabilità a livello politico ed istituzionale».

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