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I SINDACATI del comparto Poste – Slp-Cisl, Uil-Poste, Confsal-Com, Ugl-Com – hanno aperto oggi una «Vertenza Calabria» entrando in conflittualità con l’Azienda in tutti i settori di lavoro. «Le materie oggetto di rivendicazione – chiarisce il segretario regionale del Slp Cisl, Franco Sergio – sono numerose. Innanzitutto, nonostante la carenza di personale nei vari settori aziendali: portalettere, sportellisti, addetti centro Eli, centro Sin, Tsc, Deposito territoriale), Poste Italiane prevede, nei prossimi 2 anni, un taglio di oltre 10 mila posti nel settore della corrispondenza nazionale fra cui circa 500 in Calabria». 

I contenuti del documento di protesta sindacale che racchiudono la vertenza Calabria in 20 punti, vanno dal sistema di relazioni industriali giudicati «del tutto scadenti e sterili», alla recente riorganizzazione degli Uffici Postali che, secondo i sidnacati «si è rivelata negativa, soprattutto in relazione ai nuovi orari per i servizi e per il personale»; personale che sarebbe gestito «in modo autoritario ed autoreferenziale da un management che pensa di dirigere la Calabria dal palazzo di Napoli; dalle asfissianti pressioni sui dipendenti per la vendita di prodotti finanziari senza tener conto della crisi che colpisce duramente i cittadini calabresi; alla carenza infrastrutturale e dei mezzi e strumenti di lavoro». 

E ancora: «Dalla formazione professionale inadeguata alla scandalosa negligenza su igiene, ambiente e sicurezza; dal blocco della mobilità Regionale e Provinciale al problema ferie; dalla cosiddetta razionalizzazione (che significa, in pratica, la chiusura o l’apertura part time di moltissimi Uffici nei comuni più piccoli e nelle frazioni, penalizzando così ampie fasce di calabresi, specie nelle zone disagiate e con un tessuto socio-economico di per sè già debole; al mancato rispetto delle norme contrattuali, la violazione degli accordi specifici e l’inosservanza legislativa». 

«Il perverso disegno “strategico” dei dirigenti aziendali dell’Area Sud, appare mirato – prosegue con preoccupazione il segretario della Cisl Poste – a spogliare pezzo per pezzo la nostra regione da tutte le strutture, con negative ricadute sui servizi postali e causando pesanti perdite di occupazione locale con l’assurda pretesa di commissariare il nostro territorio. Altro che “crescita e sviluppo” qui si va nella più cupa recessione. Se la vertenza non darà risposte esaustive alle nostre legittime richieste, e non verranno ripristinati corretti rapporti nel reciproco rispetto dei ruoli fra impresa e parti sociali, la categoria si mobiliterà e si andrà ad un duro scontro e senza tregua anche perchè ulteriori tagli di personale, in primis i portalettere, non solo causeranno la paralisi del recapito della vcorrispondenza ma la qualità di tutti i servizi andrà a farsi benedire avvantaggiando la concorrenza. I 10 mila tagli preannunziati saranno causati solo in parte dal calo dei volumi di traffico ma principalmente dall’incapacità dell’attuale management di predisporre un piano industriale strategicamente innovativo»

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