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IN Calabria, nel 2012, il Pil registra un calo dell’1.8%. Il dato è emerso a Lamezia Terme in occasione del Forum annuale dell’economia promosso da Unioncamere regionale.   Dall’analisi dei dati sono emerse le criticità, ma anche le potenzialità, nell’ambito di una recessione che colpisce soprattutto le regioni del Sud e la Calabria. Nella regione le imprese diminuiscono: nel primo trimestre del 2012 si registra un saldo negativo tra iscrizioni e cessazioni (133 unità). Crescono però le imprese femminili e sono sempre di più i giovani che scommettono su se stessi. Importante è l’imprenditoria straniera che contribuisce alla formazione del prodotto calabrese per il 6,2%. Aumentano le società di capitale e resistono le cooperative che nei primi mesi del 2012 registrano un tasso di crescita dell’0,79% (Italia +0,67). In crisi i settori portanti dell’economia calabrese: artigianato e agricoltura. Scarse sono le esportazioni che rappresentano solo 1% del pil. Le famiglie calabresi dispongono di un reddito pro capite inferiore alla media nazionale del 25,4% e, a causa del minor potere di acquisto, i loro consumi diminuiscono (-2,1%). Il tasso di disoccupazione ha raggiunto il 12,7%, percentuale che, per quanto riguarda i giovani, raggiunge il 28,8%. Dieci laureati su cento sono disoccupati (il doppio della media italiana) e l’occupazione irregolare riguarda un terzo delle unità lavorative. Cresce però la richiesta di professioni «green».    

Secondo Lucio Dattola, presidente di Unioncamere Calabria, per crescere nel mercato globalizzato è necessario rinnovare la strategia economica, partire da un nuovo modo di pensare che guardi a orizzonti più ampi. Semplificazione, investimenti, innovazione e internazionalizzazione, reti, green economy e cultura, giovani e imprenditorialità, finanziarizzazione delle imprese e credito: sono queste le proposte per la crescita sulle quali, secondo il sistema camerale regionale, bisogna agire concretamente secondo una strategia di sviluppo condivisa. Occorrono interventi cantierabili nell’immediato, capaci di rilanciare i consumi e attrarre nuovi investimenti».   «Questa regione deve investire nella creazione di un brand comune: il brand Calabria – ha detto l’assessore regionale all’agricoltura, Michele Trematerra – per dare una spinta propulsiva al comparto agricolo regionale che denota una importante componente non solo economica ma anche socioculturale. Pertanto, due sono i fattori su cui puntare: riconoscere nell’agricoltura un settore trainante per lo sviluppo economico regionale e destinare i fondi comunitari a progetti mirati».   

Antonio Caridi, assessore regionale alle Attività produttive, ha sottolineato che «stiamo vivendo una stagione di politica regionale che condivide l’idea di una strategia sinergica. Di fatto, in due anni di lavoro, abbiamo formulato il piano triennale delle attività produttive che tiene conto del nostro tessuto economico costituito da micro, piccole e medie imprese».   Pino Galati, deputato del Pdl, ha sostenuto che «il sistema camerale, in Calabria, ha una capacità propositiva e le politiche di lunga gittata sono indispensabili per ridare nuovo slancio all’economia regionale. Perchè la crisi è indubbiamente un fattore depressivo ma anche una grande opportunità».

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