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ITALCEMENTI e i sindacati hanno siglato un «verbale di incontro» che prevede un percorso che, partendo dal ritiro della procedura di mobilità, porterà all’utilizzo di diversi e alternativi ammortizzatori sociali, al fine di contenere l’impatto sociale della chiusura degli impianti di Vibo Marina e Porto Empedocle». Lo comunica in una nota l’azienda al termine dell’incontro con i sindacati. «La decisione di cessare l’attività nei due impianti rimane confermata – precisa Italcementi – non essendo cambiato il difficile quadro economico che ha portato l’azienda ad assumerla».

 «Il problema – spiega Mauro Livi, responsabile cemento e membro della segreteria nazionale della Fillea-Cgil – non è comunque risolto definitivamente se non riparte l’edilizia, al cui andamento è legato il settore del cemento». Oggi, secondo Livi, la domanda di cemento è pari «al 50% della capacità produttiva nazionale». In questo senso l’Ugl chiede «sostegni che coinvolgano anche l’intero settore». E Paolo Tramonti, segretario della Cisl Calabria, invita a continuare «il confronto di merito con le parti sociali ed il sistema istituzionale rimuovendo eventuali ostacoli e al contempo rilanciare la presenza e le attività del sito calabrese», mentre l’Ugl

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