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SI PREANNUNCIA un autunno caldo per le vertenze lavorative calabresi. E la rabbia esplode su fronti diversi, con gli operai idraulico forestali a Reggio Calabria e con i cassintegrati a Cosenza.

 

I primi stanno protestando numerosi davanti alla sede del Consiglio Regionale della Calabria per chiedere l’immediato ritiro del provvedimento di «controriforma» dell’Afor.  Si registra una forte tensione tra i partecipanti e la Cgil in una nota stampa è arrivata a chiedere le dimissioni in blocco della Giunta Regionale della Calabria e il ritiro del provvedimento Trematerra. 

 

Manifestazione, stamattina, anche davanti alla sede dell’Inps di Cosenza, dove decine di lavoratori in cassa integrazione e in mobilità hanno chiesto di ricevere subito i sussidi previsti per la loro situazione. Sussidi che non ricevono da mesi, in alcuni casi anche da un anno. I fondi loro destinati sarebbero esauriti. I lavoratori appartengono a diverse aziende del cosentino, soprattutto dell’area industriale di Piano Lago, nel roglianese. Finora – riferiscono – l’unica rassicurazione che hanno avuto, da Inps e Regione Calabria, è che il 2 ottobre, in un tavolo romano, si cercherà di dipanare la matassa.

Su un fronte completamente diverso, ma sempre in difesa del lavoro, un gruppo di dipendenti delle imprese appaltatrici dei lavori per la realizzazione della centrale Enel del Mercure stanno attuando un presidio a Catanzaro davanti la sede dell’assessorato regionale alle Attività produttive.   La mobilitazione è stata decisa dai sindacati confederali del comparto energia in concomitanza con la Conferenza dei servizi, i cui lavori sono in corso, convocata dalla Regione per l’autorizzazione alla messa in esercizio dell’impianto.   Alla conferenza partecipano rappresentanti della Regione, dei Comuni interessati alla realizzazione dell’impianto, del Parco del Pollino e dell’Enel.  

 

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