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COPANELLO (CZ) – L’aroma di caffè che accarezza l’aria dolce di Copanello di notte ha un sapore forte, amaro. Il sapore dell’orgoglio, del coraggio, della dignità. Chi dentro i capannoni della Guglielmo Spa trasforma i chicchi nella bevanda diventata ambasciatrice del mondo della Calabria ha scelto di lavorare la notte per non avere incubi. Per vigilare con gli occhi dell’amore i macchinari di un’azienda entrata nel mirino della criminalità. E’ così che da lavoratori si diventa sentinelle. E’ così che si difende il posto di lavoro, le macchine, l’azienda che vale una vita, dalla malapianta che strozza la Calabria. Una resistenza attiva che ricorda quella degli operai che impedirono ai nazisti di spogliare l’Italia più di 70 anni fa. Ecco perché la notte di Copanello profuma di caffè. Dal 30 agosto gli operai lavorano in un ciclo di 24 ore contro la crisi globale e la malavita. Le indagini proseguono per capire cosa sia successo quando due camion di proprietà della torrefazione Guglielmo sono andati in fiamme. Dalla notte dei furgoni incendiati c’è in ballo una lotta per la sopravvivenza. C’è un motivo in più per non tornare a casa e restare con i compagni di lavoro: la paura, la paura che tutto il lavoro di una vita vada in fumo. Giorno e notte la fabbrica non è mai lasciata sola. Il turno di produzione inizia alle 14:00 fino alle 7:00 del mattino successivo, con due turni notturni, ciascuno all’incirca formato da sei, a volte, otto operai. Il lavoro 24 non stop, considerando che la mattina è dedicata al turno magazzino, salvaguarda l’interesse di tutti. Gli stessi operai sono “sentinelle del caffè”, un occhio alla catena di montaggio e un altro alla telesorveglianza, rafforzata dopo l’attentato. E, poi, c’è chi perlustra l’esterno e si accerta che i magazzini siano al sicuro. Dopo l’accaduto inevitabilmente la proprietà è stata coperta con un numero maggiore di occhi tecnologici. 

Le “sentinelle del caffè” continuano a lavorare come lavoravano prima, anzi forse di più. Vogliono dimenticare al più presto quello spiacevole avvenimento. A volte sembra quasi non ne vogliano parlare, come fosse acqua passata, come se disturbati da qualcosa di esterno abbiano presto trovato la concentrazione per continuare il proprio lavoro.

 

 

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