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CATANZARO – Procedura per la mobilità di circa 37 operatori con la comunicazione secondo legge alle organizzazioni sindacali e alle altre realtà interessate dalla legge. È quanto ha deciso il Consiglio di amministrazione della Fondazione Betania nella seduta del 29 ottobre. Le ragioni di questa decisione – spiega una nota – sono diverse. 

«La Regione – riferisce in una il presidente, don Biagio Amato – non ha concesso gli accreditamenti definitivi per 80 posti letto di riabilitazione residenziale, ma solo per 40. L’Asp di Catanzaro acquista prestazioni solo per 27 posti e non per tutti e 40. La Regione non ha concesso gli accreditamenti definitivi per 20 posti di riabilitazione diurna, su 40 accreditati provvisoriamente. La Regione concede accreditamenti definitivi per 120 posti di Casa Protetta Anziani e 60 posti per Rsa anziani. Avrebbe dovuto fare il contrario. Una legge regionale, infatti, autorizzava Betania ad avere accreditamenti per 120 posti di Rsa anziani e solo 60 per Casa Protetta. Ciò ha creato non solo una ulteriore diminuzione dei ricavi ma soprattutto un ulteriore esubero di personale».

Secondo i vertici, dai dati di bilancio della Fondazione dei primi 9 mesi del corrente anno, si evidenzia la necessità e l’urgenza di ristrutturare tutta la Fondazione «al fine di continuare a garantire non solo una buona qualità sull’assistenza ma anche la solvibilità degli impegni finanziari assunti anche con vari istituti di credito». 

Nella nota si legge anche che «il ritardo nei pagamenti soprattutto da parte del Settore Politiche Sociali della Regione, il blocco dei pagamenti degli ultimi tre anni delle contabilità ex Said da parte dell’Asp di Catanzaro e la lentezza nelle procedure per il recupero dei crediti ante 2009, hanno determinato crisi di liquidità e, conseguentemente, gravi ritardi nei pagamenti degli stipendi e delle competenze nei confronti degli Enti previdenziali ed assistenziali oltre che dei fornitori. Gli Istituti di credito, anche se sono interventi per diminuire qualche affidamento, continuano, però, ad avere fiducia della Fondazione. Chiedono, tuttavia, che l’Amministrazione intervenga con decisione a creare le condizioni finanziarie stabili per continuare ad onorare gli impegni assunti. Nella seduta del Consiglio sono stati esaminati tutti questi elementi che, se da una parte evidenziano uno stato di crisi, dall’altra manifestano dei fondamentali ancora sani. Per mantenerli tali – continua la nota –  e per garantire una continuità serena alla gestione di tutta la Fondazione, l’Amministrazione ha deciso non solo di avviare le procedure per la mobilità di 37 operatori, non solo di continuare a procedere al recupero dei crediti pregressi attraverso il ricorso d’urgenza ai Tribunale di Catanzaro, ma anche – si evidenzia – di affidare ad un gruppo di avvocati civilisti, amministrativisti e penalisti l’esame della documentazione relativa ai rapporti della Regione e dell’ASP d Catanzaro con la Fondazione relativi agli ultimi tra anni, 2010-2012, per esaminare i danni patrimoniali che comportamenti particolari della Regione dall’Asp potrebbero avere causato ma anche per chiarire se , dalla lettura dei documenti, si possano intravedere, all’interno di decisioni e di omissioni regionali nei confronti della stessa Fondazione, comportamenti penalmente rilevanti. L’Amministrazione è consapevole delle ricadute certamente non positive che queste decisioni potrebbero avere sui rapporti con la Regione e con l’ASP di Catanzaro ma ha anche valutato che fare chiarezza definitiva sulle ragioni di una grave crisi di una delle più grandi strutture assistenziale calabrese, è un dovere da compiere a favore di tutto il territorio regionale». 

 

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