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E’ STATA un’annata difficile per i produttori dell’olio. E la Calabria, che insieme alla Puglia concentra quasi due terzi della produzione italiana ha pagato un prezzo alto: la flessione, rispetto alla stagione 2011 è stata pari al 15 per cento.

A livello nazionale scende sotto i 5 milioni di quintali la quantità di olio di oliva di pressione nella campagna 2012/13. La previsione, formulata da Ismea in collaborazione con Aifo, Cno e Unaprol e presentata oggi in conferenza stampa nella Sala Nassirya del Senato attesta il nuovo dato produttivo al di sotto dei 4,8 milioni quintali, in calo del 12% rispetto ai cinque milioni e mezzo della scorsa annata. Il risultato negativo – spiega l’Ismea – riflette le conseguenze di un andamento climatico particolarmente avverso, caratterizzato da una prolungata assenza di precipitazioni e da temperature elevate che hanno condizionato soprattutto la fruttificazione. «A limitare i danni – si legge in una nota – sono state solo le piogge di inizio settembre».

In termini percentuali, la flessione è stata ancora più pesante in Campania, Basilicata e Molise, a causa dei frequenti fenomeni di cascola (caduta delle olive nella fase dell’accrescimento), mentre è in controtendenza la Sicilia, regione in cui, grazie anche alle irrigazioni di soccorso, la produzione avrebbe invece segnato un aumento attorno al 5%. Al Centro Italia tiene la Toscana, mentre cede il 3% la produzione laziale. Pesante il bilancio delle perdite in Umbria (-35%), a fronte di un andamento positivo nelle Marche, dove si prevede un più 15%. Al Nord, la Liguria, con un balzo in avanti del 20%, torna sopra la soglia dei 40mila quintali, dopo due annate di magra. Stessa performance in Lombardia, mentre conferma il dato dell’anno scorso l’Emilia Romagna, in una campagna invece fortemente negativa per il Veneto, che ha perso il 30% dei volumi. Quanto al mercato, sottolinea l’Ismea, dopo l’iniziale impennata dei prezzi nel trimestre estivo come reazione agli annunci della flessione produttiva in Spagna, con l’entrata in produzione del prodotto nuovo si è assistito, invece, ad un raffreddamento dei listini sia sul fronte nazionale sia su quello estero.

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