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GIOIA TAURO – Lo scorso dicembre il Parlamento ha approvato il decreto sviluppo. Nella legge si fa riferimento, senza citarlo esplicitamente, al rigassificatore di Gioia Tauro che nel provvedimento viene citato sottoforma di «terminal di rigassificazione in ambito portuale». La possibilità che l’impianto venga realizzato, adesso, diventata più che un’ipotesi perché l’unico ostacolo che bloccava l’inizio dei lavori, rappresentato dai due pareri negativi sull’opera da parte del Consiglio superiore dei lavori pubblici, sembra possa essere superato con un semplice placet dell’Autorità portuale sulla concessione demaniale. C’è da precisare, infatti, che la gran parte delle autorizzazioni, come, ad esempio, la Valutazione d’impatto ambientale sottoscritta dal Ministro Clini, sono state rilasciate alla Lng Medgas Terminal, la società controllata da Sorgenia e Iren che gestisce il progetto dell’opera e, quindi, il massimo organo tecnico consultivo dello Stato, dopo la seconda bocciatura del piano di qualche mese addietro, che prevedeva l’obbligo per la Lgn di arricchire il disegno con ulteriori elementi, appariva come un freno alla costruzione dell’impianto. Ma il decreto sviluppo pare abbia cambiato le cose. Il primo a preoccuparsi di ciò è il sindaco di Gioia Tauro, Renato Bellofiore, che in una nota definisce «vergognoso che il governo Monti abbia superato con uno stratagemma il veto negativo sulla realizzazione dell’opera che per ben due volte è stato posto dal Consiglio superiore dei Lavori pubblici, bypassando, al contempo, la nostra contrarietà – scrive il primo cittadino – unita a quella di tanti movimenti e soggetti della società civile che da anni si battono per evitare l’ennesimo danno per il nostro territorio». 
Bellofiore, poi, punta il dito contro i «poteri politici forti e la grande finanza che colonizzano il Sud e che da qualche anno governano il Paese. È bene ricordare che i due pareri negativi sulla realizzazione del rigassificatore – afferma il sindaco – non erano stati di tipo ideologico, ma basati su considerazioni strettamente tecniche, pervenute dopo studi approfonditi. Per il primo cittadino «si è deciso di procedere incuranti della salute e dell’incolumità dei cittadini, fattori giudicati evidentemente secondari e di poco conto rispetto alla logica che si preoccupa esclusivamente del profitto di gruppi privati».

GIOIA TAURO – Il sindaco di Gioia Tauro insorge contro il Governo accusandolo di aver usato «uno stratagemma» per superare il veto sulla realizzazione del raddoppio del rigassificatore che per due volte è stato posto dal Consiglio superiore dei Lavori pubblici.

Lo scorso dicembre il Parlamento ha approvato il decreto sviluppo. Nella legge si fa riferimento, senza citarlo esplicitamente, al rigassificatore di Gioia Tauro che nel provvedimento viene citato sottoforma di «terminal di rigassificazione in ambito portuale». La possibilità che l’impianto venga realizzato, adesso, diventata più che un’ipotesi perché l’unico ostacolo che bloccava l’inizio dei lavori, rappresentato dai due pareri negativi sull’opera da parte del Consiglio superiore dei lavori pubblici, sembra possa essere superato con un semplice placet dell’Autorità portuale sulla concessione demaniale. 

C’è da precisare, infatti, che la gran parte delle autorizzazioni, come, ad esempio, la Valutazione d’impatto ambientale sottoscritta dal Ministro Clini, sono state rilasciate alla Lng Medgas Terminal, la società controllata da Sorgenia e Iren che gestisce il progetto dell’opera e, quindi, il massimo organo tecnico consultivo dello Stato, dopo la seconda bocciatura del piano di qualche mese addietro, che prevedeva l’obbligo per la Lgn di arricchire il disegno con ulteriori elementi, appariva come un freno alla costruzione dell’impianto. Ma il decreto sviluppo pare abbia cambiato le cose. 

Il primo a preoccuparsi di ciò è il sindaco di Gioia Tauro, Renato Bellofiore, che in una nota definisce «vergognoso che il governo Monti abbia superato con uno stratagemma il veto negativo sulla realizzazione dell’opera che per ben due volte è stato posto dal Consiglio superiore dei Lavori pubblici, bypassando, al contempo, la nostra contrarietà – scrive il primo cittadino – unita a quella di tanti movimenti e soggetti della società civile che da anni si battono per evitare l’ennesimo danno per il nostro territorio». Bellofiore, poi, punta il dito contro i «poteri politici forti e la grande finanza che colonizzano il Sud e che da qualche anno governano il Paese. È bene ricordare che i due pareri negativi sulla realizzazione del rigassificatore – afferma il sindaco – non erano stati di tipo ideologico, ma basati su considerazioni strettamente tecniche, pervenute dopo studi approfonditi. Per il primo cittadino «si è deciso di procedere incuranti della salute e dell’incolumità dei cittadini, fattori giudicati evidentemente secondari e di poco conto rispetto alla logica che si preoccupa esclusivamente del profitto di gruppi privati».

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