X
<
>

Condividi:
4 minuti per la lettura

CATANZARO – In due anni, tra il 2009 e il 2010, la Regione Calabria ha speso più di 38 milioni di euro (38.172.404,82) per coprire la spesa sanitaria dovuta alla migrazione pediatrica. Un salasso non di poco conto per i bilanci sanitari della regione, segnati da disavanzi e lacune. Un sistema complesso, che ha portato fuori regione, nel periodo interessato, 19.415 giovani pazienti di età compresa tra i 0 e i 16 anni. I dati sono emersi grazie alla ricerca effettuata da uno studente dell’Università di Medicina di Catanzaro, Giuseppe Mazza, che ha presentato una tesi di laurea sulla materia insieme al relatore, il professore Roberto Miniero, direttore della cattedra di pediatria dell’Università “Magna Graecia” di Catanzaro. Una ricerca dati particolarmente interessante, che ha permesso di ottenere un quadro completo sulle cause della migrazione, i luoghi dove questa si rivolge, i costi e le prospettive. Dall’indagine è emerso che le cause più frequenti per i ricoveri pediatrici fuori regioni sono legate alle malformazioni congenite, le malattie del sistema nervoso e degli organi di senso, le malattie della ghiandole endocrine, della nutrizione e del metabolismo, così come non sono trascurabili quelli legati ai disturbi mentali. La Sicilia, così come la Basilicata e la Puglia, hanno rinforzato negli ultimi anni gli ospedali di confine con l’obiettivo, riscontrato nella ricerca, di attrarre mobilità. Un dato, che secondo i ricercatori di Catanzaro, «viene sottovalutato in Calabria e non è un caso – affermano – se negli ultimi anni è cresciuta la migrazione dal Tirreno cosentino e dell’Alto Jonio proprio verso la Basilicata».
LE CIFRE. Un fenomeno sociale che interessa, dunque, tutta l’Italia, ma che in Calabria acquista connotati particolarmente rilevanti. Nel periodo preso in esame (2009-10) il numero dei ricoveri pediatrici nella Regione Calabria è stato di 90.285, effettuati da 66.161 pazienti, mentre nei presidi extraregionali è stato di 19.415, effettuati da 10.698 pazienti, pari al 17,7 per cento dei ricoveri. Nello specifico, 1.223 ricoveri sono avvenuti in Emilia Romagna, 1.128 in Toscana, 3.862 in Sicilia, 5.718 al Bambino Gesù di Roma, 1.652 in Lombardia, 543 in Puglia, 1.588 in Liguria, 1.680 nel Lazio, 253 in Piemonte, 218 nel Veneto, 572 in Campania, 652 in Basilicata. A questi si aggiungono ricoveri con numeri più ridotti in quasi tutte le altre regioni italiane, se si considera che solo in Trentino Alto Adige e in Valle d’Aosta non risultano ricoveri di giovani calabresi nel periodo esaminato. Dallo studio è emerso, inoltre, che per quanto riguarda i giovani pazienti che hanno avuto ricoveri fuori regione, 2.820 l’hanno avuto sia in Calabria che altrove, limitando così a 7.878 il numero dei bambini che non sono mai stati ricoverati nella loro regione. La gran parte di questi pazienti proviene dalla provincia di Reggio Calabria (2.676) e la destinazione prevalente è rappresentata dalla Sicilia, evidenziando soprattutto una migrazione di confine. Al secondo posto c’è la provincia di Cosenza con 2.656 pazienti, seguono Catanzaro con 914, Vibo Valentia con 687 e Crotone con 579 pazienti.
LE PATOLOGIE. I dati in possesso degli studiosi evidenziano anche le patologie per cui ci si reca fuori dalla Calabria. A partire dai 2.829 ricoveri (14,57%) legati a malformazione congenite, seguiti dai 2.499 (12,87%) per “fattori che influenzano lo stato di salute”, 2.286 ricoveri (11,78%) per malattie del sistema nervoso e degli organi di senso, 1.488 per malattie delle ghiandole endocrine, della nutrizione e del metabolismo e dei disturbi immunitari (7,67%), 1.332 per disturbi mentali (6,86%).
LA SPESA. I costi della migrazione sanitaria pediatrica (quantificati per i due anni in 38.172.404,82) sono stati suddivisi anche rispetto alle singole patologie. Uno schema dal quale emerge che la spesa maggiore è riferita alle malformazioni congenite (73.320.333,64) seguita da quella per i tumori (3.180.407,63).
LE DESTINAZIONI. Il fenomeno migratorio pediatrico ha avuto, nel tempo, una riduzione significativa, se si considera che in termini percentuali si è passati dal 36% del 1982 al 20% del 1996, fino al 17,7% del 2010. La migrazione pediatrica, ha rilevato lo studio, è soprattutto avvenuta verso i principali istituti pediatrici specializzati, ma in maniera consistente anche verso il sud. Infatti, significativa è la migrazione di confine, con la Sicilia che rappresenta la meta di molti pazienti soprattutto reggini (5.153 ricoveri). Il “Bambino Gesù”, invece, è l’istituto specialistico in cui vengono effettuati il maggior numero di ricoveri (4.042) da parte di pazienti calabresi. In questo contesto si inserisce il “Centro pediatrico per le chirurgie” destinato ai piccoli pazienti calabresi attraverso la Convenzione siglata dall’Azienda ospedaliera “Pugliese Ciaccio” di Catanzaro, la Regione Calabria e dall’ospedale Pediatrico di Roma. L’obiettivo è quello di far diminuire i “viaggi della speranza” da parte dei pazienti e dei loro familiari per curarsi nel Lazio e in altre regioni del Centro-Nord. Oltre a garantire una particolare collaborazione tra le due strutture e, di conseguenza, una più spiccata professionalità e aggiornamento, sul fronte dei vantaggi economici, per la Regione Calabria, si punta a una consistente riduzione dei costi di mobilità passiva per i pazienti dai 0 ai 18 anni. La diminuzione al termine del primo anno è stimata in circa 3,5 milioni di euro. Un’iniziativa che non ha mancato di creare divergenze, con il ministero della Salute che ha, comunque, chiesto approfondimenti in merito.

Condividi:

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

EDICOLA DIGITALE