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LAMEZIA TERME – «Non sono esclusi possibili risvolti di carattere penale per danno all’immagine dietro il disposto della Banca Carime che ha deciso di «sospendere temporaneamente, ma con effetto immediato», l’utilizzo dei fidi alla società Sacal di cui la banca stessa è socia all’11%». Conclude con queste parole la conferenza stampa tenuta e voluta dall’imprenditore e neo consigliere di amministrazione della Sacal in rappresentanza dei soci privati Francesco Grandinetti, che intravede in questa «mossa alquanto strana» una sorta di ripicca dell’istituto finanziario che non è riuscito nell’intento di avere un suo rappresentante all’interno del Cda della società aeroportuale. Ma andiamo per gradi. Grandinetti, dichiaratosi «prontissimo alle dimissioni» qualora le condizioni per evitare ulteriori «traumi» alla società aeroportuale fossero proprio quelle legate alla sua candidatura piuttosto che a quella del consigliere uscente Benedetto De Rango, ha evidenziato un quadro poco chiaro dell’intera vicenda. In pari data della nomina piena ottenuta da Grandinetti (eccezion fatta per il voto negativo espresso dal delegato degli aeroporti di Roma e della stessa Banca Carime), è seguita una raccomandata a mano protocollata in data 8 aprile, nella quale si puntualizzava la sospensione delle garanzie finanziarie fino a nuova comunicazione, oltre che la revoca degli affidamenti in essere, qualora non si fosse proceduto a «chiarimenti e intese tali da consentire il proseguo del rapporto fiduciario». In sintesi, la Sacal dovrà al più presto reperire un saldo debitore ora congelato e pari a poco più di 150 mila euro. Una cosa gravissima per Grandinetti, che recrimina anche la risposta del socio Carime alla missiva del presidente Sacal Massimo Colosimo, che chiedeva successivamente una proroga del provvedimento di almeno sei mesi, al fine di provvedere a nuove coperture finanziarie. Richiesta di fatto bocciata dalla banca in questione che per «una migliore valutazione dei rischi» richiede oltre che il bilancio, anche un «idoneo piano industriale pluriennale che renda palesi le direttive di sviluppo della società». «Tutte mosse in odore di ritorsione» insomma che cozzano con lo storico rapporto fiduciario instaurato e che turbano oltremodo il neo consigliere di amministrazione Grandinetti tant’è che già si è mosso e assieme al presidente Colosimo ha chiesto e ricevuto la disponibilità a valutare gli affidamenti da altri due istituti di credito lametini che potrebbero a breve subentrare alla Carime. La Banca Popolare del Mezzogiorno e la Bnl. «Questo non è un fatto da poco – ha tuonato ancora Grandinetti – e non è escluso che si possa dare mandato ai legali per accertare o meno se esistono i presupposti di danno all’immagine. Inoltre, questo fatto che mi deve oggi ancora più vicino ai piccoli imprenditori vessati dal sistema bancario, di indire una riunione con tutti i soggetti interessati al fine di mettere a punto una proposta di legge per tutelare i piccoli ed evitare che cose del genere, in altri casi, possano creare veri e propri problemi che potrebbero sfociare in gesti insani».

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