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C’AVEVANO sperato le imprese calabresi. La proposta di legge regionale per l’acquisto dei crediti  legati a Superbonus e incentivi edilizi  – firmata da Giuseppe Graziano e Francesco De Nisi – non ha fatto però in tempo a comparire in commissione consiliare che è già ora di archiviarla.

Il divieto per le amministrazioni pubbliche di acquistare i crediti incagliati, deciso dal Consiglio dei Ministri insieme allo stop alla cessione e allo sconto in fattura, è la pietra tombale per un’iniziativa che, partita dalla provincia di Treviso e dalla Sardegna, si stava estendendo a più regioni. «L’Europa non lo consente – dice il Governo – Si rischia di formare nuovo debito pubblico.

COSA PREVEDEVA LA LEGGE

Il meccanismo prevedeva l’acquisto dei crediti bloccati dalle banche, per le imprese che si sono trovate nelle condizioni di non avere capienza fiscale di detrazione. Crediti con cui poi la Regione sarebbe andata a compensare, mediante il modello F24, debiti fiscali dell’Ente o delle sue aziende e società partecipate. Sul testo c’era già un consenso bipartisan in Consiglio e l’appoggio pieno delle associazioni di categoria. «È andata così, non possiamo fare niente» commenta Graziano.

L’IMPATTO SULLE IMPRESE

In Calabria i crediti incagliati delle aziende ammontano a oltre mezzo miliardo di euro: si rischia il fallimento di 800 imprese, il blocco di circa 3mila cantieri, la perdita di 4mila posti di lavoro. «Se il Governo, non individua in tempi stretti una diversa soluzione strutturale – dice il presidente di Ance Calabria Giovan Battista Perciaccante – con il blocco della possibilità di acquisto dei crediti da parte degli enti pubblici, centinaia di imprese calabresi rimarranno senza liquidità e in maniera inevitabile i cantieri si bloccheranno nella totalità, con gravi conseguenze per migliaia di lavoratori e per le loro famiglie. Anche alla luce della recente pronuncia di Eurostat, secondo la quale il superbonus 110% non è un debito pubblico, occorre scongiurare con ogni mezzo che questo accada; per questo – continua il presidente di Ance Calabria – auspichiamo che tutti i senatori e i deputati calabresi si attivino per non vanificare il lavoro fatto finora, in grado di risolvere un problema divenuto drammatico e ridare linfa a un bonus edilizio che sta rendendo più efficiente a livello energetico il patrimonio immobiliare regionale creando importanti ricadute economiche e occupazionali».

Delusione anche da Confartigianato Calabria, da poco audita, come Ance, dalla quarta commissione consiliare della Regione sulla proposta Graziano-De Nisi. «Si trattava di una operazione virtuosa, legata al territorio, anche se le cifre da mettere in campo non sarebbero state sufficienti – conclude la nota – ma avrebbero comunque provato a dare un po’ di ossigeno alle imprese». Del resto «i numeri del 110% in Calabria sono straordinari e soprattutto tangibili. A dicembre 2022, dati del centro studi di Confartigianato, il Superbonus è il 5,2 % del valore aggiunto totale della regione e il 95,2% di quello delle costruzioni, ponendoci ai primi posti nei raffronti con le altre regioni d’Italia – ricorda Confartigianato – Per questo il tema dei bonus in edilizia, seppur con le dovute correzioni, è un elemento da salvaguardare».

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