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La Cgil di Cosenza denuncia la grave situazione che si è creata agli impianti di risalita di Lorica chiusi dal febbraio 2013 per la scadenza della ‘vita tecnica’. Da allora non sono stati fatti i lavori necessari a ottenere la proroga e la conseguente riapertura, né ci sono spiragli affinché questo possa avvenire in tempi ragionevoli. Così come non sono stati compiuti i primi passi per la costruzione dei nuovi impianti di risalita di cui tanto si è parlato e si parla. Il risultato è che Lorica è abbandonata a se stessa nel pieno della stagione invernale e senza prospettive certe per il futuro. Si tratta di una vicenda paradossale se si considera che Lorica ha un innevamento naturale per cinque mesi all’anno e che l’affluenza turistica è in crescita sia a Lorica sia a Camigliatello. Basti considerare che i passaggi negli impianti di risalita dei due centri silani aumentano di circa il 25 per cento all’anno: nel 2012 sono stati 120mila e quest’anno, malgrado la chiusura di Lorica, hanno già toccato quota 67mila.
I sigilli alla struttura di Lorica, nello scenario migliore, potrebbero portare a lungo andare a un congestionamento di Camigliatello, con un abbassamento della qualità del servizio, nello scenario peggiore i turisti potrebbero scegliere altre mete, anche fuori regione. Senza dimenticare che anche gli impianti di Camigliatello necessitano di interventi diretti a migliorare la sicurezza e l’offerta turistica.
La Cgil di Cosenza, di conseguenza, esprime preoccupazione per le ricadute negative  sia per il turismo montano sia più complessivamente per l’economia calabrese. Ricadute negative che rischiano di vanificare le battaglie condotte con successo dal sindacato per garantire la stabilità del lavoro e per fermare il progetto di privatizzazione degli impianti di risalita. Che dire poi dell’empasse sui massimi dirigenti che sta bloccando la costituenda agenzia Arssac, oppure dell’immobilismo e della chiusura al dialogo che caratterizzano la Giunta regionale. In particolare, la Cgil di Cosenza ha chiesto più volte un incontro all’assessore regionale all’Agricoltura, Michele Trematerra, senza ottenere risposte.
La Cgil di Cosenza, infine, lancia l’allarme sul pericolo di dismissione e privatizzazione di importanti strutture ricettive silane, come ad esempio il campeggio di Lorica e l’Albergo Florens. Bisogna fermare questi tentativi di dismissione che avrebbero pesanti conseguenze sull’offerta turistica e sull’occupazione.

COSENZA – Fermi per scadenza della “vita tecnica”. I vecchi impianti di risalita di Lorica, che permettono di arrivare in cima a Botte Donato, la seconda cima della Calabria, la più alta sulla quale d’inverno è possibile sciare, sono chiusi da febbraio 2013. E ora è la Cgil di Cosenza che solleva la questione: da quella data, è stato detto in una conferenza stampa, non sono stati fatti i lavori necessari a ottenere la proroga e la conseguente riapertura, né ci sono spiragli affinché questo possa avvenire in tempi ragionevoli. Così come non sono stati compiuti i primi passi per la costruzione dei nuovi impianti di risalita di cui tanto si è parlato e si parla. «Il risultato – contesta il sindacato – è che Lorica è abbandonata a se stessa nel pieno della stagione invernale e senza prospettive certe per il futuro. 

Una vicenda ancora più clamorosa, rileva la Cgil, se si considera che Lorica ha un innevamento naturale per cinque mesi all’anno e che l’affluenza turistica è in crescita sia a Lorica sia a Camigliatello: «Basti considerare che i passaggi negli impianti di risalita dei due centri silani aumentano di circa il 25 per cento all’anno: nel 2012 sono stati 120mila e quest’anno, malgrado la chiusura di Lorica, hanno già toccato quota 67mila».

Per gli impianti di risalita della Sila si sta portando avanti un progetto che porterebbe alla realizzazione di un comprensorio sciistico con collegamenti tra Camigliatello e Lorica, le due più grandi località regionali per il turismo invernale (LEGGI). Per il momento, però, l’attualità parla di un blocco completo del servizio in uno dei centri. 

Nello scenario migliore, ipotizzato dai sindacalisti, si arriverà con l’inizio della stagione invernale a un congestionamento di Camigliatello, con un abbassamento della qualità del servizio. E nello scenario peggiore i turisti potrebbero scegliere altre mete, anche fuori regione. «Senza dimenticare – aggiungono – che anche gli impianti di Camigliatello necessitano di interventi diretti a migliorare la sicurezza e l’offerta turistica». Una responsabilità che la Cgil attribuisce «anche all’empasse sui massimi dirigenti che sta bloccando la costituenda agenzia Arssac, oppure dell’immobilismo e della chiusura al dialogo che caratterizzano la Giunta regionale».

 

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