X
<
>

Condividi:
4 minuti per la lettura

CATANZARO – Ben 711 suicidi e circa 704 tentativi di suicidio in 9 anni. Oltre 70 i casi per motivi strettamente economici. A togliersi la vita, in un caso su tre, persone tra i 18 ed i 44 anni, fascia d’età fiaccata dalla mancanza di lavoro e da elevati tassi di disoccupazione fino al 40%. Colpisce il 4,2% dei tentativi di suicidio tra i giovanissimi fino al 17esimo anno di età. Crollano i fatturati delle imprese e peggiora la situazione occupazionale.
E’ quanto emerge da uno studio dell’istituto Demoskopika, “Suicidi e tentativi di suicidio in Calabria al tempo della crisi”, che ha analizzato l’interdipendenza tra la crisi economica-occupazionale ed il fenomeno suicidiario dal 2005 al 2013. «La crisi economica – dichiara Raffaele Rio – forse non sarà la causa di numerosi suicidi e tentativi di suicidio ma, senza alcun dubbio, può rappresentare un elemento scatenante. La perdita della sicurezza economica e del lavoro, il sovraindebitamento, il pagamento delle tasse e delle cartelle esattoriali possono fare “traboccare il vaso” e spingere il malessere dell’imprenditore, del disoccupato e, in generale, del cittadino vessato a compiere gesti eclatanti. E il contesto economico ed occupazionale di riferimento certamente non giova. Nell’ultimo triennio – precisa Raffaele Rio – circa mille aziende calabresi sono fallite per colpa della crisi. Inoltre, la disoccupazione non conosce tregua. Si viaggia ad un ritmo di circa 30 mila disoccupati in più all’anno con un tasso di disoccupazione giovanile da record nazionale, pari al 53,5%. In questo quadro sconfortante – conclude Raffaele Rio – aumenta la strage silenziosa di chi, trovandosi in un via senza ritorno, si toglie la vita pensando di alleviare i drammatici problemi per sè e per la propria famiglia».
SUICIDI IN AUMENTO DEL 59,1% – Sono stati 711 i suicidi che si sono verificati in Calabria dal 2005 al 2013. Il dato emerge dall’istituto Demoskopika che ha analizzato il fenomeno suicidiario dal 2005 al 2013 elaborando i dati Istat fino al 2010 e stimando il triennio 2011-2013. L’incremento registrato nel 2013 è pari al 59,1%. Nello stesso anno – secondo le stime dell’istituto Demoskopika – si è registrato il picco massimo degli episodi con 97 casi. Minori i suicidi negli anni precedenti: 92 casi nel 2012, 88 episodi nel 2011, 91 casi nel 2010. E, ancora, 68 casi nel 2009, 79 casi nel 2008, 64 casi nel 2007. E, infine, 71 episodi di suicidio nel 2006 e 61 casi nel 2005. “Gesti disperati”: uno su tre tra gli under 44. Il fenomeno suicidiario ha mietuto vittime e tragedie in maniera trasversale in termini di età, condizione occupazionale e titolo di studio.
LE FASCE DI ETA’ INTERESSATE – Tra le fasce d’età più colpite, quella dai 18 ai 24 anni, probabilmente la più condizionata dalla mancanza di posti di lavoro e dal peggioramento complessivo della situazione occupazionale: 227 suicidi dal 2005 al 2013, pari al 31,9% del totale degli episodi suicidiari rilevati e stimati da Demoskopika nel medesimo arco temporale. Più che rilevante l’andamento dei suicidi nella fascia d’età compresa tra i 45 e i 64 anni, pari al 29,8% e tra gli over 65, pari al 38,3%.
A rendere più allarmante il quadro calabrese e il rapporto diretto tra il fenomeno suicidiario e la crisi economica ed occupazionale, il numero dei “gesti disperati” per motivi strettamente economici: ben 71 casi registrati dal 2005 al 2013 tra suicidi consumati (32 episodi) e tentativi di suicidio (39 episodi). Tentati suicidi: oltre 700 episodi in 9 anni. Sono stati 704 i tentativi di suicidio in Calabria dal 2005 al 2013, circa 7 casi al mese, con un calo del 16,4% rispetto al 2005. Di questi circa 39 per motivi definiti strettamente economici. Il valore più alto di chi ha provato a togliersi la vita, si è registrato nel 2007, con ben 139 casi ed un incremento del 90,4% rispetto al 2005 in cui sono stati rilevati 73 episodi.
Nel 2013 i tentativi di suicidio sono stati 61 mentre nel biennio 2011-2012 si sono verificati circa 136 casi rispettivamente 66 nel 2012 e 70 nel 2011. Ben 69 coloro i quali ha cercato di togliersi la vita nel 2008 e ben 94 nel 2006. Aumentano imprese in crisi del 47,6% dal 2005. Impennata della disoccupazione. Dal 2005 al 2013 l’istituto Demoskopika si è verificato un andamento peggiorativo della situazione economica regionale. Trend misurabile, in tutta la sua evidenza, soprattutto con il crollo dei fatturati aziendali che, nell’arco temporale osservato, ha segnato una costante perdita di mercato delle imprese calabresi alimentando una crescente mortalità del tessuto imprenditoriale e produttivo. Dall’analisi del fatturato, misurato da Demoskopika come differenza tra le percentuali di risposte positive degli imprenditori calabresi che segnalano un aumento dell’indicatore in esame e quelle che ne indicano una diminuzione, emerge una situazione che non lascia spazio ad alcun dubbio circa il peggioramento della situazione economica regionale: il fatturato ha subito una drastica impennata verso il basso di oltre 47,6 punti percentuali, passando dal 29,3% del 2005 addirittura al 76,9% del 2013, dato più alto registrato nei nove anni osservati.
Un ulteriore indicatore, che direttamente ed indirettamente alimenta un clima che può portare a “gesti disperati”, è dato dal peggioramento della situazione occupazionale e conseguentemente anche ad un incremento dei livelli del tasso di disoccupazione. In questa direzione, in Calabria si è registrato un aumento di 5,6 punti percentuali del tasso di disoccupazione passando dal 14,4% del 2005 al 20% del 2013.

Condividi:

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

EDICOLA DIGITALE