X
<
>

Condividi:
3 minuti per la lettura

LAMEZIA TERME (CZ) – Crescono i lavoratori extracomunitari in Calabria, segno che anche l’ultimo lembo dello Stivale è divenuto terra di immigrazione dal sud del mondo oltre che di emigrazione come storicamente si è registrato nel corso degli ltimi due secoli. Contestualmente il dato porta ad una trasformazione della società che negli anni sta diventando sempre più multirazziale e multiculturale. Secondo gli ultimi dossier statistici della Caritas e Migrantes, che fanno riferimento come ultimo dato completo all’anno 2011, in Calabria da ormai diverso tempo si sta assistendo ad un incremento della popolazione lavorativa straniera: nel 2011 gli occupati netti nati all’estero sono stati 61.780 pari di 4.990 unità in più rispetto al 2010 e di 10.421 in più rispetto al 2009. 

 
Come detto i dati confermano il trend positivo per questa fascia di popolazione, «considerando il peggioramento generalizzato del quadro economico nazionale ed internazionale, sebbene l’occupazione in Calabria, dopo quattro anni consecutivi di calo, per la prima volta dal 2007 sia lievemente cresciuta nel corso del 2011, per effetto del miglioramento che si è verificato nei settori dei servizi e dell’agricoltura, mentre è proseguita la diminuzione degli occupati nell’industria e nelle costruzioni: in particolare, tra gli occupati sono aumentate le donne, i lavoratori autonomi e quelli con contratto a tempo determinato». 
Passando ai dati che riguardano gli stranieri, dal dossier emerge che nel 2011 le persone espulse dal mercato occupazionale regionale sono state 852 in più (700 uomini e 152 donne) rispetto a quante sono state assorbite, ad indicare una stagnazione o contrazione rispetto al 2010 quando i lavoratori stranieri assorbiti dal mercato furono 338 in più rispetto a coloro che ne vennero espulsi. Andando nello specifico emerge che la provincia che ha maggiormente risentito di questo calo è quella di Cosenza il cui saldo negativo ha costituito circa il 50% del totale regionale, registrando anche la più alta percentuale di stranieri rispetto al saldo negativo complessivo (21,3%), a fronte del 3,1% del Sud Italia e del 7% nazionale. 
Secondo il dossier, poi, permane la differenza di genere tra gli stranieri che nel corso dell’anno di riferimento risultano aver lavorato regolarmente a prescindere dalla durata dell’occupazione e dalla data di assunzione: 52,6% gli uomini e 43,8% le donne, percentuali molto simili a quelle del 2010 (56,4% uomini e 43,6% donne) con una prevalenza di circa quattromila uomini rispetto alle donne (pari al 22%) tra i lavoratori stranieri della provincia di Reggio Calabria, mentre nelle altre province le differenze di genere non sono così marcate. 
Le prime sei nazionalità dei cittadini nati all’estero assicurati dall’Inail nel 2011 costituiscono i due terzi del totale (66,8%). Si tratta in particolare di 20.775 lavoratori provenienti dalla Romania; 6.364 dalla Bulgaria; 5.847 dalla Germania (con ogni probabilità figli di italiani emigrati nel dopoguerra); 3.446 dal Marocco; 2.898 dall’Ucraina; 2.274 dalla Polonia. 
Il settore economico che ha registrato la quota maggiore di lavoratori nati all’estero ed assicurati dall’Inail nel corso dell’anno è stato quello dei servizi (47,5%), mentre il 25,8% è risultato impiegato nell’agricoltura ed il 21,3% nell’industria. La restante percentuale (5,4%) corrisponde a settori non determinati. Rispetto alla dimensione aziendale, la maggior parte dei lavoratori (83,1% ) è occupata in micro imprese (da uno a nove addetti) con percentuali simili in tutte le province. 
Altro elemento che emerge dal dossier è quello relativo ai nati all’estero titolari d’azienda che, secondo i dati forniti da Unioncamere/Cna, nel 2011 sono stati 5.097 di cui un quinto donne. La grande maggioranza è costituita da marocchini (3.241 pari al 63,6%), seguiti da cinesi (481); senegalesi (347); pakistani (244); romeni (140). A questi dati, infine, vanno aggiunti 792 tra amministratori, soci e cittadini stranieri con altre cariche.
Condividi:

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

EDICOLA DIGITALE