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CATANZARO – Sono le aziende di piccola dimensione le più penalizzate sul fronte del caro-denaro: infatti, i tassi medi di interesse applicati ai prestiti fino a 250.000 euro raggiungono il 4,75%. Addirittura i tassi raggiungono punte record in Calabria e in Sardegna: Crotone è “maglia nera” per i tassi più alti che toccano l’8,67% seguita da Olbia-Tempio con il 7,83% e da Carbonia-Iglesias con il 7,79%. 

Sul versante opposto della classifica, la provincia autonoma di Bolzano fa registrare tassi di interesse del 3,81%, di poco inferiore al 4,11% applicato a Cuneo e del 4,26% applicato a Udine. 
E’ quanto emerge da una studio della Confartigianato Emilia Romagna, secondo cui il divario Nord-Sud si riscontra anche nella quantità di finanziamenti erogati: la diminuzione del credito ha colpito in particolare le imprese con meno di 20 addetti e la situazione peggiore riguarda il Molise, dove, tra febbraio 2013 e febbraio 2014, lo stock di prestiti alle imprese è calato dell’11,7%. Seguono Umbria e Marche, con una diminuzione del 7,8%, e la Sicilia (-7%). In questo specifico segmento, le imprese con meno di 20 addetti, l’Emilia Romagna si posiziona al 14esimo posto con un calo del -7,8%. 
A livello provinciale, il calo più vistoso dei finanziamenti interessa le piccole imprese di Isernia (-21,3% tra febbraio 2013 e febbraio 2014), seguite da quelle di Caltanissetta ( – 10,9%) e da quelle di Biella (-10%). A “soffrire” le difficoltà di accesso al credito sono soprattutto le piccole imprese del settore manifatturiero: secondo il rapporto di Confartigianato, infatti, nel I trimestre 2014, a denunciare problemi è il 18,1% delle aziende manifatturiere con meno di 50 addetti, a fronte di una quota dell’11,3% di aziende manifatturiere di media dimensione e del 12% di grandi imprese.
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