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CATANZARO – Era stata avviata negli anni Ottanta per collegare i centri della Sila compresi fra le province di Cosenza e Catanzaro e sarebbe stata un’alternativa al tratto dell’A/3 compreso fra i due capoluoghi, ma la strada del Medio Savuto è ancora un’incompiuta. Un’inchiesta della magistratura, imprevisti tecnici, e ancor più l’incertezza della disponibilità dei fondi necessari, ne hanno rallentato il cammino fino praticamente a fermarlo. Dopo che il presidente del consiglio, Matteo Renzi, ha annunciato il decreto “sblocca Italia”, se ne torna a parlare. In tempi di ristrettezze economiche non sarà facile reperire gli oltre 300 milioni di euro necessari per il suo completamento, vale a dire il tratto compreso fra San Pietro Apostolo (Catanzaro), nel cuore della Sila, e la strada statale 280 dei due Mari, che porta a Catanzaro. Il governo potrebbe inserire il completamento della strada tra le due-tre opere strategiche per la Calabria attraverso il finanziamento del terzo e ultimo lotto, ma ciò potrebbe avvenire solo come conseguenza di una spinta decisa, tutt’altro che scontata, in questa direzione da parte degli enti locali e della Regione, perchè l’impegno economico richiesto è proibitivo. Il 20 giugno prossimo, con la caduta dell’ultimo diaframma della galleria compresa fra i territori di Soveria Mannelli e Decollatura, i lavori del primo lotto protranno dirsi virtualmente conclusi. Il termine per il completamento del tratto in questione era fissato per il mese di settembre dello scorso anno, ma frane e smottamenti verificatisi lungo il tracciato, causati dal maltempo, hanno prodotto una dilazione della scadenza. I tempi di percorrenza fra il cuore della Presila, attualmente di 45 minuti, e lo svincolo autostradale di Altilia Grimaldi, nel Cosentino, saranno ridotti notevolmente. Qualcosa si è mosso intanto per quanto concerne il secondo lotto, compreso fra Decollatura, nel Catanzarese, e il bivio per San Pietro Apostolo. Il 2 febbraio dello scorso anno, a palazzo Alemanni, sede della presidenza della Regione Calabria, è stato sottoscritto dall’ex governatore Giuseppe Scopelliti e dall’allora Presidente della Provincia di Catanzaro, Wanda Ferro (oggi commissario dell’ente), il disciplinare per il trasferimento all’ente intermedio dei 100 milioni di euro per il finanziamento delle opere inserite nel Piano per il Sud. 

Più nello specifico, 70 milioni di euro sono stati destinati alla realizzazione del secondo lotto della strada del Medio Savuto, mentre 8 milioni di euro serviranno al completamento della Catanzaro Lido-Case Grimaldi, la strada a quattro corsie che collegherà il quartiere marinaro del capoluogo con l’area di Germaneto, sede dell’Università e della costruenda cittadella regionale. Quest’ultima opera viaria sarà il tratto terminale della statale 280 verso il mare, intersecando il nuovo tracciato della statale 106 in prossimità della nuova cittadella regionale e del campus dell’Università Magna Graecia. Trovati, almeno sulla carta, i fondi del secondo lotto della strada del Medio Savuto, si dovrà lavorare per gli ulteriori 30 chilometri necessari per l’allaccio alla Due Mari e quindi per avvicinare i comuni della presila catanzarese – oggi paradossalmente meglio collegati a Cosenza – al capoluogo di regione. Una trentina i centri interessati, tra i quali Soveria Mannelli, Decollatura, Serrastretta, San Pietro Apostolo, Tiriolo, Amato, Miglierina, Marcellinara, Carlopoli, Cicala, Gimigliano. Per la costruzione del terzo e ultimo tratto la Provincia ha stanziato 22 milioni di euro, appena sufficienti per gli interventi preliminari, dalla progettazione all’esproprio dei terreni che saranno percorsi dal nuovo tracciato. Per quanto riguarda gli oltre 300 milioni necessari per l’effettiva realizzazione, il commissario della Provincia, Wanda Ferro, confida nella cabina di regia promessa dal presidente del Consiglio, Matteo Renzi. 
Di questo stesso avviso è Anna Maria Cardamone, sindaco di Decollatura. Il suo comune è fra quelli che hanno risentito di più dell’impatto ambientale dei cantieri, senza avere, a causa della lentezza degli interventi, in contropartita una viabilità più efficiente. “L’opera – afferma – è senza dubbio da completare. Finora la popolazione ha avvertito gli effetti negativi della presenza di un cantiere aperto. La chiusura del primo lotto è un passo in avanti. Ma è importante che il comprensorio sia collegato meglio con Catanzaro. La zona non ha più un ospedale a causa della dismissione di quello di Soveria Mannelli, ed il riferimento, per quanto riguarda i servizi sanitari, ora è il capoluogo. Occorrono – dice – un atto di coraggio ed una decisa azione sul governo affinchè siano reperiti i fondi per il secondo e terzo lotto e l’impegno assunto dal premier per sbloccare le opere ferme è un’occasione da non perdere”. 
Sull’ultimazione dell’opera convergono le aspettative degli operatori economici dell’area. “Sarebbe un toccasana per il comprensorio del Reventino – sintetizza Marco Rubbettino, dirigente dell’omonima casa editrice con sede a Soveria Mannelli e presidente dei giovani imprenditori della Confindustria catanzarese – perchè in questa zona si trovano molte aziende importanti, ma anche perchè la strada a scorrimento veloce aprirebbe prospettive per il turismo rurale nell’area”. 
Pasquale Mancuso, dirigente del Pd, in passato vice presidente della Comunità Montana del Reventino, chiede uno sforzo corale per il completamento dei lavori. “Non includere tra i beneficiari di un collegamento veloce centri come Tiriolo e Marcellinara, il primo sede di importanti attività artigianali, il secondo di un’area industriale fra le più dinamiche della regione, sull’asse Catanzaro-Lamezia – afferma – sarebbe davvero paradossale”. Il disegno, a parere di Mancuso, potrebbe essere ben più ambizioso e avrebbe il naturale compimento con il potenziamento dei servizi delle Ferrovie della Calabria. “Il sistema di metropolitana previsto per l’area urbana di Cosenza e quello al servizio della città di Catanzaro – spiega – potrebbero essere collegati del tratto silano delle Ferrovie della Calabria, ma questo comporterebbe il coinvolgimento di tutte le amministrazioni interessate, a partire dai Comuni dei due capoluoghi, senza barriere ideologiche o di campanile”.
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