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CATANZARO – Il Governo italiano è pronto a ridurre dal 50 al 26% il cofinanziamento nazionale ai fondi Ue 2014-2020 per le tre grandi regioni del Sud che sono in fondo alla classifica per capacità di spesa: Campania, Calabria e Sicilia. A consentire l’operazione sono i regolamenti Ue che per le aree “obiettivo 1 convergenza” prevedono un cofinanziamento nazionale minimo del 26%. Tenendo conto solo dei due fondi principali, il Fondo europeo per lo sviluppo regionale (Fesr) e il Fondo sociale europeo (Fse), la dotazione di fondi Ue 2014-2020 è di 6.860 milioni per la Sicilia, 6.326 milioni per la Campania e 3.031 per la Calabria.
Un’ipotesi che è stata accolta favorevolmente dal neo commissario Ue per la Politica regionale Corina Cretu, intervistata dal Mattino: «Condivido in pieno la decisione del governo italiano di limitare il cofinanziamento nazionale» per Campania, Calabria e Sicilia «al minimo imposto dai regolamenti, al fine di ridurre il rischio che i gravi problemi di sotto utilizzazione e irregolarità si manifestino con la stessa portata nel 2014-2020».
Secondo l’economista «finora non sono state in grado di gestire correttamente e integralmente i finanziamenti a cui hanno diritto. Ciò risulta evidente analizzando i loro programmi 2007-2013, che sono fra i più in ritardo in tutta l’Ue».
«Lo stesso emerge dall’esame dei programmi 2000-2006 delle stesse regioni, programmi non ancora conclusi a causa degli elevatissimi livelli di irregolarità». E al giornalista che le chiede se le strutture politiche e istituzionali regionali siano responsabili dei ritardi nell’attuazione dei programmi il commissario dice: «Le regioni gestiscono autonomamente i propri programmi regionali, e sono quindi effettivamente responsabili quando le cose vanno male. Dal mio punto di vista – continua Cretu – i problemi principali nelle regioni meridionali sono le carenze nella capacità di programmare e gestire correttamente i fondi, spesso associate a un contesto politico effimero».
Nei giorni scorsi, il commissario aveva espresso forti critiche sulla gestione dei fondi in Calabria e nelle altre regioni del Sud Italia (LEGGI), mentre dall’Unione Europea sono arrivati forti richiami sia sulla gestione dei rifiuti (LEGGI) che su quella della depurazione (LEGGI).
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