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GIOIA TAURO (RC) – Si va verso la ripresa delle attività nel porto di Gioia Tauro. Dopo quasi tre giorni di blocco, sembra essere questa la decisione presa dai portuali dopo un’intera giornata di assemblee spontanee, verifiche e confronti anche accesi.

L’attività nello scalo calabrese dovrebbe dunque ripartire dal primo turno che inizia all’una di domenica. Contemporaneamente, gli oltre 600 lavoratori che resteranno in cassa integrazione a causa del calo dei volumi daranno vita ad un sit-in davanti al porto fino al 5 novembre, data in cui è stato programmato l’incontro a Roma con il ministro Delrio.

Il blocco del “gate” portuale di Gioia Tauro è stato attivato venerdì pomeriggio mentre era in corso la riunione nella Prefettura di Reggio Calabria sulla vertenza che riguarda le maestranze dell’infrastruttura.

IL BLOCCO DI AUTOSTRADA E PORTO

Nonostante la convocazione per il 5 novembre da parte del Ministro delle Infrastrutture, Graziano Delrio, dell’incontro col presidente della Regione Calabria, Mario Oliverio, dopo che quest’ultimo gliene aveva fatto richiesta, e con i sindacati, i lavoratori hanno deciso autonomamente di continuare il blocco dicendosi «ormai stanchi e sfiduciati della situazione in cui versa il porto».

LO SCIOPERO PROMOSSO DAI SINDACATI

Non sono serviti a sedare la protesta neanche le rassicurazioni da parte di Medcenter, la società che gestisce il porto container, di aumentare i volumi medi settimanali a 31 mila pezzi.

In banchina attualmente ci sono tre navi che aspettano lo sbarco dei container che trasportano, mentre quelle che avevano in programma di fare scalo a Gioia Tauro sono state dirottate nel porto del Pireo. La situazione potrebbe sbloccarsi, riferiscono i lavoratori, soltanto se l’azienda riducesse la cassa integrazione programmata per 641 lavoratori per il prossimo trimestre. Sul posto sono presenti agenti di polizia per prevenire eventuali problemi per l’ordine pubblico.

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