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Operai a lavoro in un'azienda

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IL Sud Italia figura tra le regioni europee che tra il 2001 e il 2019 risultano nella trappola dello sviluppo per più di 15 anni.

La Calabria in particolare risulta avere un Pil pro capite inferiore del 75% alla media europea per oltre 15 anni. E’ quanto emerge dall’ottavo Rapporto sulla Coesione pubblicato oggi dalla Commissione europea. Anche altre regioni dell’Europa meridionale si trovano nella cosiddetta “trappola dello sviluppo”, soprattutto in Grecia e in alcune zone rurali o ex industriali della Francia.

In particolare, vi è un gruppo di regioni nella trappola dello sviluppo con livelli molto bassi Pil pro capite, che ricevono un sostanziale sostegno politico per la coesione, ma che, a differenza della maggior parte delle altre regioni meno sviluppate dell’Ue, hanno lottato per sostenere la crescita a lungo termine, e sono rimaste indietro in modo consistente rispetto ad altre regioni dell’Ue. Le regioni di questo gruppo includono la Calabria in Italia, e Analotiki Makedonia, Thraki e Ipeiros, e Dytiki Ellada in Grecia.

Il rischio che una regione si trovi in una trappola dello sviluppo in un anno specifico viene valutato in termini di andamento della crescita di Pil pro capite, produttività e occupazione, nonché per la loro crescita rispetto a quella dello Stato membro e della regione.

Il concetto di trappola dello sviluppo regionale viene utilizzato per identificare le regioni dell’Ue che hanno perso il loro vantaggio competitivo e quindi affrontano sfide strutturali significative nel recuperare il dinamismo del passato o semplicemente migliorando la prosperità per i loro residenti.

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