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Il monumento del Cavatore a Catanzaro

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PUO’ essere definita la rivolta dei Comuni calabresi contro l’aumento rilevante delle bollette di luce e gas. Una protesta unitaria che ha portato all’adesione di massa per l’iniziativa promossa dall’Anci (Associazione nazionale Comuni italiani) che ha ideato un gesto simbolico: questa sera luci spente in un luogo importante della comunità o del centro urbano per oggi, giovedì 10 febbraio, alle ore 20.

Secondo quanto riferito al Quotidiano del Sud dal presidente Anci Marcello Manna, sindaco di Rende, «l’adesione è altissima, siamo a 380 Comuni che hanno già dato comunicazione ufficiale, compreso alcuni che non aderiscono ad Anci ma hanno comunque sostenuto l’iniziativa. Hanno aderito oltre ai centri principali anche i 308 piccoli Comuni della Calabria. Alla fine sappiamo che tutti i 404 Comuni aderiranno. E’ un dato molto significativo – ha aggiunto – che vuole andare anche oltre la questione del caro bollette, evidenziando i disagi che vivono i Comuni nei vari servizi».

Un risultato che la dice lunga sulla difficoltà dei Comuni nell’affrontare il caro bollette per la gestione dei servizi pubblici, con le casse comunali seriamente compromesse dall’aumento vertiginoso di questa spesa.

A Catanzaro, stasera, dalle 20, per mezz’ora la statua del Cavatore resterà al buio come molti altri monumenti e piazze delle piccole e grandi città italiane. Il sindaco Sergio Abramo ha spiegato che «l’amministrazione comunale condivide il grido d’aiuto lanciato dagli enti locali a livello nazionale affinché sia garantito un sostegno immediato e adeguato per far fronte all’aumento delle spese conseguenti al caro energia. L’incremento dei costi di luce e gas anche per i Comuni – ha aggiunto – non potrà che avere conseguenze negative e dirette sulla qualità e la continuità dei servizi essenziali, oltre che sulle tasche degli stessi cittadini già vessati da bollette salite alle stelle». 

Franz Caruso, sindaco di Cosenza, ha affermato: «Riteniamo di dover richiamare l’attenzione sugli eccessivi rincari dell’energia elettrica, una sorta di capestro nei confronti degli enti locali già gravati da situazioni finanziarie che ne hanno ingessato ad ogni livello la capacità di spesa, con notevole difficoltà a garantire l’erogazione dei servizi essenziali». 

Analoghe considerazioni del sindaco di Vibo Valentia, Maria Limardo, con il Comune di Vibo Valentia che spegnerà simbolicamente l’illuminazione del Palazzo Municipale. «Un gesto prettamente simbolico – ha detto Limardo – ma molto significativo rispetto ad un ulteriore aggravio delle casse Comunali. Il comune sarà costretto a decidere se salvaguardare gli equilibri di bilancio e erogare servizi ai cittadini. Tutto ciò non è accettabile».

Appello Anci Calabria ai parlamentari

Il presidente Manna ha anche rivolto un appello ai parlamentari calabresi per «chiedere al Governo Centrale di provvedere a determinare urgenti misure a sostegno delle nostre amministrazioni, poiché il rialzo dei costi dell’energia rischia di colpire molto duramente non solo i bilanci dei Comuni ma avere una pesante ricaduta sui servizi ai cittadini. In effetti, mentre le voci di spesa legate all’esercizio della pubblica illuminazione mettono fortemente a repentaglio la tenuta dei bilanci – ha aggiunto – i piani dei costi dei servizi rivolti ai cittadini lievitano con l’inevitabile effetto di aumenti tariffari che in questo momento di difficoltà legato al Covid determinerebbero inevitabili tensioni di carattere sociale».

Ai parlamentari è stato chiesto un «impegno per sensibilizzare il Governo e assumere in sede legislativa provvedimenti atti a sostenere i Comuni e fronteggiare le stringenti difficoltà attraverso l’istituzione di un “fondo per la compensazione di maggiori costi sostenuti dagli enti locali per l’incremento della spesa di energia elettrica e del gas” così da evitare l’interruzione o la limitazione di pubblici servizi essenziali».

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