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REGGIO CALABRIA – I tagli della “spending review” entrano in consiglio regionale. Questa mattina, infatti, l’assemblea legislativa calabrese tornerà in aula per discutere delle scelte del governo Monti che, fra le altre cose, ha deciso di dare una sforbiciata netta al numero dei tribunali calabresi. Sotto la scure dei tecnici, infatti, sono finiti le sedi giudiziarie di Lamezia, Paola, Rossano e Castrovillari. Il presidente del consiglio Franco Talarico, che solo alcuni giorni addietro aveva inviato una lettera al premier per convincerlo a tornare sui suoi passi, ha deciso di convocare una riunione straordinaria ed urgente del consiglio regionale. La scelta ha provocato la reazione del mondo politico calabrese e della deputazione calabrese. I tecnici del governo del professore Monti sono riusciti a scontentare, in maniera bipartisan, le diverse anime della politica italiana e calabrese. La vicepresidente della giunta regionale, Antonella Stasi, ad esempio invita alla mobilitazione le istituzioni.

«Dal decreto sulla Spending review varato dal Governo Monti emergono pesanti conseguenze per scelte tecniche molto discutibili, sulle quali occorre avviare una mobilitazione che esprima e faccia comprendere il forte dissenso dei territori a tutela della Calabria». La Stasi, poi, fissa i punti fermi che devono essere difesi e ricorda gli interventi messi in atto dal governo regionale: «Sanità, giustizia e Province – aggiunge – sono punti fermi importanti e la loro riorganizzazione forzata comporterà effetti negativi pesanti anche su occupazione e servizi che, considerando gli indici dei territori locali, la Calabria non può sopportare. I tagli alla sanità non possono riguardare anche le regioni commissariate. La Spending Review della sanità calabrese è già iniziata nel 2010 e tra non molto ci avvieremo alla fine. Chiedere alla Calabria una nuova consistente revisitazione della spesa vorrebbe dire dover affrontare un nuovo piano di rientro, dove l’unico effetto chiaro sarebbe la non possibilità di erogare servizi sanitari essenziali per i cittadini». Ma la vice presidente della giunta va avanti e prova a offrire degli spunti di riflessione. «Per le Province – dice – occorre una scelta più coraggiosa con una riforma completa e non ambigua. Quello che si profila, invece, è solo un progetto burocratico, frutto di tecnicismo, improvvisato e deleterio. Un ridimensionamento molto parziale che graverebbe su poche Province, a discapito solo dei cittadini dei territori interessati. Anche sui Tribunali la scelta di individuare un bacino di utenza di 363 mila abitanti, con associati altri criteri, non tiene conto di un parametro che doveva essere prioritario su tutto: il tasso d’impatto della criminalità organizzata». Per l’ex presidente della giunta regionale Agazio Loiero, invece: «L’Mpa deve essere in grado di farsi interprete dell’insoddisfazione che vivono oggi le regioni del Sud, anche a causa delle scelte governative di questi ultimi giorni. E’ soprattutto il caso della spending review, fortemente penalizzante per i territori meridionali». Molto duro anche il commento della senatrice del Pdl Dorina Bianchi. Per la Bianchi, infatti, il piano della Severino deve essere bloccato. «Il Piano del ministro Severino di smantellamento della giustizia sul territorio calabrese va fermato. Non ci sono le condizioni, neanche minime, perchè il nostro territorio possa sopportare l’impatto di ridimensionamento del provvedimento governativo senza gravissime conseguenze e ripercussioni per la sicurezza e la convivenza civile delle nostre comunità».

Per la senatrice del Pdl andare avanti su questa strada porterebbe alla resa dello Stato in Calabria e, quindi, «è necessario entrare a gamba tesa. «Se il Governo, partendo da premesse sbagliate intende arrivare a conclusioni errate – dice – chiudendo alcuni importanti uffici giudiziari in Calabria non farà altro che alimentare tra i cittadini il senso di abbandono dello Stato e aumentare la percezione di impunibilità e pervasività capillare delle ‘ndrine, il cui fatturato illecito stimato è pari a ben 44 miliardi di euro. Un vero e proprio atto di resa da parte dello Stato di fronte alla criminalità organizzata». Una dichiarazione di guerra, infine, arriva dal Presidente della Provincia di Cosenza, Mario Oliverio, che invita i calabresi alla mobilitazione. «Se il Decreto Monti – sostiene Oliverio – per la parte che riguarda la soppressione di quattro tribunali in Calabria e i tagli alle Province non sarà adeguatamente modificato in Parlamento, non faremo sconti a nessuno e, questa volta, lo scontro sarà duro, durissimo. Si taglino, quindi, pure gli sprechi e le spese inutili che sono tante e diffuse in diversi settori dello Stato ma si eviti assolutamente di fare macelleria sociale». Per l’avvocato Giuseppe Gervasi, responsabile regionale del Dipartimento Giustizia di Idv, infine, il taglio dei tribunali «e’ un’altra riforma a spese dei più deboli. Di fronte alla necessità di risparmiare risorse o di reperirne di nuove, il Governo avrebbe fatto meglio a portare a termine la digitalizzazione e l’informatizzazione del processo, le quali, a regime, avrebbero comportato risparmio di risorse e notevoli benefici per l’utenza».

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