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CATANZARO – Ai cittadini calabresi non vengono garantiti i livelli essenziali di assistenza dal lontano 2007. Lo spaccato della situazione sanitaria calabrese arriva dall’audizione al Senato del direttore generale della programmazione sanitaria del Ministero della Salute, Francesco Bevere, (LEGGI LA RELAZIONE INTEGRALE DI BEVERE) e dall’ispettore capo dell’ispettorato generale della spesa sociale del ministero dell’Economia e Finanze, Francesco Massicci (LEGGI LA RELAZIONE INTEGRALE DI MASSICCI). Ieri la commissione “Igiene e Sanita” di cui fa parte il senatore Piero Aiello, ha fatto il punto sulle regioni, come la Calabria, soggette al piano di rientro. Sia Massici che Bevere hanno consegnato delle relazioni e un focus. Alla Calabria è stato riconosciuto lo sforzo fatto nel contenimento di costi ma sulla programmazione sanitaria i ritardi sono più che evidenti. Non a caso i componenti della commissione hanno chiesto di riequilibrare il rapporto dalla parte economica a quella sanitaria nell’attuazione dei piani per evitare il collasso dei sistema e le ricadute del i cittadini. E il senatore Aiello ha chiesto lo sblocco del turnover perché dal 2010 ad oggi sono andati in pensione circa 1.800 sanitari e non sono stati rimpiazzati con gravi problemi organizzativi in molte strutture ospedaliere. 

IL RAPPORTO DI BEVERE. Nel dettaglio il rapporto consegnato da Bevere evidenzia cinque aspetti positivi: l’approvazione del piano di riordino delle reti assistenziali «come mero atto programmatorio»; il riordino dei punti nascita; la conclusione dei contratti con gli erogatori privati per gli anni 2010 e 2011; il miglioramento della gestione farmaceutica e i progressi nel settore della sanità veterinaria che risultava molto carente. Sul fronte delle criticità, invece, l’elenco è lungo a partire dal mancato invio del programma operativo 2013-2015 (si trovano nella stessa situazione solo Abruzzo e Molise); la carenza di comportamento collaborativo tra struttura regionale e commissario e sub commissario; la mancanza di governance dei sistemi informativi del Nsis con la regione inadempiente dal 2007; il ritardo nell’attuazione del riordino delle reti assistenziali, compresa la salute mentale; non sono stati forniti chiarimenti in relazione agli aspetti organizzativi, al personale e ai vantaggi della convenzione con il Bambin Gesù; non sono stati ancora chiariti i modelli organizzativi dei Capt e della Case della Salute per evitare sovrapposizioni e duplicazioni di funzioni; Carenza nell’assistenza territoriali residenziale e domiciliare; la Regione è inadempiente dal 2007 nella riorganizzazione della rete pubblica e privata delle strutture che erogano prestazioni specialistiche e di diagnostica di laboratorio; squilibro anche tra strutture pubbliche e private in alcuni territori e criticità nel sistema di verifica dei requisiti per l’accreditamento; necessità di revisione delle linee guida sugli atti aziendali; necessità di accorpare le aziende sanitarie pubbliche della città di Catanzaro e la definizione dell’accreditamento, remunerazione e del personale della fondazione campanella. Nella relazione di Bevere si evidenzia che il mancato adempimento dei Lea implica per la Calabria il diniego all’accesso al maggior finanziamento nella misura del 3% del fondo sanitario nazionale, si tratta di circa 100 milioni di euro l’anno per il 2010, 2011 non ancora analizzato e di parziali inadempimenti per gli anni che vanno dal 2007 al 2009. 
IL RAPPORTO DI MASSICCI. Come è facile intuire le criticità sono ancora tante e i ritardi ancora incolmabili. Franco Massici, noto agli addetti ai lavori perché il tavolo di verifica ministeriale prende il suo nome, ha fatto una disamina dell’andamento della spesa sostenendo l’efficacia dei piani di rientro. Riguardo alla Calabria, Massicci ha consegnato delle tabelle in cui si evince l’andamento della spesa dal 2002 al 2012. Diciamo subito che si sono avuti dei picchi si spesa rispetto all’anno precedente nel 2004 (+7%), nel 2007 (+10,1%) e una riduzione drastica dal 2010 al 2012 (-1,3%; -2,2%; -0,4%). Invece i disavanzi rispetto al finanziamenti ottenuti hanno avuto un’impennata rispetto all’anno precedente nel 2007 (+9%), 2008 (+6,2), nel 2009 (+7,7%), e nel 2010 (+5,8%), nel 2011 (3,4%), e nel 2012 per la prima volta ( -2,2%). Riguardo, invece, la spesa del personale, anche questa ha avuto un’esplosione durante la gestione Chiaravalloti e in particolare dopo il 2003 e fino al 2006 con crescita sopra il 4%. Dal 2010 una riduzione, con il blocco del turnover del -2,8 e del -2,7.
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