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Carlo Tansi, 57 anni, geologo del Cnr

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COSENZA – C’è molta agitazione nella segreteria politica di Carlo Tansi. Sono tutti indispettiti per il sondaggio mandato in onda la sera prima da Bruno Vespa dove il nome del geologo nemmeno compare. Al suo posto la dicitura “altri”.

«Ma come altri? Potevo capire se oltre me c’era qualche altra lista, invece ci sono solo io. E’ un evidente tentativo di boicottarmi perché se chiedi chi voteresti Aiello, Callipo, Santelli o altri è chiaro che stai inficiando il risultato. Ma io andrò a fondo a questa storia, ho presentato esposto ad Agicom e se non otterrò un riscontro non escludo iniziative giudiziarie».

Tansi è vulcanico come al solito. Fuori la sua segreteria, tutta dipinta di arancione, c’è il camper che lo aspetta per l’ennesimo giro nella Locride.

Tansi, da dove nasce questa candidatura?

«E’ nata nei giorni successivi al mio allontanamento forzato dalla Protezione civile regionale circa un anno fa. Un gruppo numeroso di persone avviò una petizione, che ha raccolto circa 10.000 firme, per chiedere il mio reintegro al presidente Oliverio. Visto che ciò non è avvenuto la petizione è andata avanti ma con un nuovo obiettivo, quello di candidarmi alla presidenza della Regione»

E lei perché ha accettato? Non poteva semplicemente candidarsi consigliere o provare a fare l’assessore tecnico di uno schieramento politico?

«Non riesco a concepire il fatto che la Calabria è la regione più bella e potenzialmente più ricca d’Italia, per colpa di un manipolo di imbroglioni e incapaci che la gestiscono da 40 anni – fra politici, burattinai e amministratori di burattinai – è l’ultima regione d’Europa. Insomma è come una Ferrari chiusa in un garage a prendere polvere e ragnatele».

Su questo ci siamo, ma perché candidarsi a presidente?

«Perchè ho capito che questo sistema non si può cambiare da semplice consigliere o assessore, postazioni che pure qualche partito mi aveva proposto. Ma con chi mi sarei dovuto alleare? Qui centrodestra e centrosinistra sono due facce della stessa medaglia. Allora ho deciso di impegnarmi in prima persona senza nessuno alle spalle per avere le mani libere e pulite per cambiare realmente la Calabria con lo stesso approccio con cui ho trasformato la ProCiv regionale da Cenerentola d’Italia a fiore all’occhiello del sistema nazionale come dimostrano diversi riconoscimenti nazionali che ci sono stati assegnati».

Contro la Casta o sistema si scagliano anche Aiello e Callipo. In cosa si diversifica la sua proposta politica?

«Aiello e Callipo parlano di qualcosa che vorrebbero realizzare in riferimento a programmi che abbiamo già sentito nel 2014, nel 2010 e a ritroso. Io invece parlo di cose che ho realizzato. Ho avuto il coraggio e la competenza tecnica e amministrativa per cambiare il sistema più marcio, dopo la sanità, in Calabria: la Protezione civile».

La sua candidatura nasce dai social, c’è chi dice che usa un linguaggio troppo violento: sono tutti corrotti, tutti marci…

«Guardi che tutto quello che ho denunciato non l’ho fatto solo sui social, ma anche in diverse procure della Calabria presentando denunce dettagliate. In particolare quelle riferite ai fondi per le alluvioni di Vibo 2006, dove abbiamo speso solo 280mila euro in cancelleria per dire; agli incendi del 2017; alla gestione degli elicotteri; agli straordinari. Ho denunciato autisti che guadagnavano con gli straordinari 6000 euro netti al mese. Uno di questi è sotto processo penale presso il tribunale di Catanzaro per le minacce che mi ha rivolto e potrei continuare all’infinito. Allora posso dire o no che questo sistema complessivo mi disgusta?»

Certo e lei lo combatterà praticamente con una lista e mezzo. La preoccupa il fatto che il centrodestra ha sei liste e Callipo tre?

«No, non mi preoccupa certo devo dire che abbiamo avuto meno di dieci giorni per raccogliere le firme necessarie a presentare le liste, fra l’altro a cavallo delle feste di Natale. Anche questa circostanza è stata studiata dal sistema per limitare la partecipazione democratica. Ho grande fiducia perché fra pioggia, freddo e neve siamo riusciti a raccogliere 12.000 firme tutte pulite. Purtroppo in altre parti della Calabria nonostante l’impegno non siamo riusciti ad arrivare alla fatidica quota 2000. Lo ripeto. Questo è un sistema antidemocratico messo in piedi dalla casta per limitare la partecipazione democratica. Come si spiega che in altre regioni come l’Emilia Romagna, anch’essa chiamata al voto il 26 gennaio, che sono più grandi di noi le firme necessarie per presentare una lista sono mille e in tutti i Comuni esistono uffici che rilasciano l’apposita modulistica per raccogliere le firme?A questo, poi, la casta ha voluto aggiungere una soglia di sbarramento bulgara dell’8%. Tutti questi aspetti saranno oggetto della prima riforma che farò da Governatore».

Il dato di partenza quindi non la preoccupa?

«No perché al di là dei sondaggi farlocchi pilotati ad arte io ne ho di reali, effettuati lo scorso 31 dicembre, che mi danno a ridosso del centrodestra. Aggiungo che la mia pagina facebook è la più popolare per interazioni, like e numero di commenti. Tutti autentici perché non ricorriamo a sponsorizzazioni, tutti di persone reali».

A proposito di questo, chi la finanzia?

«Mi finanzio da solo. Ad oggi per questa campagna elettorale ho speso 5200 euro per il fitto del camper e la personalizzazione più mille euro fra benzina e materiale elettorale. Il camper mi permette di risparmiare sull’alloggio perché dormiamo lì e anche sul vitto perché molto spesso concludo le serate cucinando un bel spaghetto aglio e olio. Per il resto confido nei social dove tutti i contatti sono persone reali, nel passaparola della gente e nei giornali che pubblicano le nostre iniziative»

Cosa risponde a chi dice che oltre la protesta non si vede la proposta?

«Se guarda i siti ufficiali dei 4 candidati sono l’unico che ha pubblicato un programma dettagliato e circostanziato sul sito carlotansipresidente.it sin dalla fine del mese di agosto scorso in cui diamo soluzioni e strumenti per garantire quei diritti garantiti dalla Costituzione e dalla legge istitutiva delle Regioni che ad oggi sono negati».

Con chi ha scritto il programma?

«Una parte direttamente da me. Altri punti da medici ospedalieri che non si riconoscono nella sanità calabrese, esperti di trasporti e infrastrutture che oggi sono candidati con me, docenti universitari esperti in innovazione tecnologica. Sull’assistenza sociale invece il nostro programma è stato scritto da persone che vivono sulla propria pelle il dramma della disabilità dei propri figli. Abbiamo anche creato una piattaforma di sostenitori, che ha oltre 700 iscritti, con cui abbiamo avviato alcune discussioni su punti specifici che poi abbiamo sintetizzato nel programma. Insomma abbiamo fatto un lavoro di squadra reale e non a parole».

Ma chi sono i suoi candidati?

«Tutta gente alla prima esperienza: ci sono fior di laureati ma anche imprenditori che non si sono piegati al racket e hanno deciso di denunciare. Poi tanta gente normale: disoccupati, studenti universitari, una parrucchiera gente insomma che vive sulla propria pelle le condizioni in cui si trova la Calabria»

A chi è rivolta la sua offerta politica?

«Al primo partito in Calabria cioè quel 57% di calabresi che non hanno votato alle ultime elezioni, stiamo parlando di circa un milione di persone, perché hanno perso ogni speranza e sono scoraggiati da questa politica vomitevole»

E che appello vuole rivolgergli?

«Volete che la Calabria continui a sprofondare dando la fiducia a quel partito unico della torta, centrodestra, centrosinistra, centro, fatto da impresentabili che a distanza di 50 anni hanno ancora il coraggio di riproporsi con una incredibile faccia di bronzo o proporre i loro figli o le loro mogli o gli amici, volete dare la vostra fiducia a saltimbanchi passati senza dignità a fare da zerbini dal sistema di potere attuale a quello che verrà? Oppure volete dare fiducia a chi ha dimostrato con i fatti che cambiare la Calabria si può partendo dai calabresi migliori prima che anche loro emigrino. Nel segreto dell’urna mettetevi una mano sulla coscienza».

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