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Enza Bruno Bossio

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ROMA – “Il 30%? Un miracolo”. All’Adnkronos Enza Bruno Bossio, calabrese trapiantata a Roma per lavoro, eletta per la terza volta a marzo scorso nella direzione nazionale del Pd, parla di “risultato annunciato”. Moglie di Nicola Adamo, vicepresidente della regione ed ex deputato coinvolto in un presunto traffico di influenze nelle inchieste della Procura di Catanzaro, “misura cautelare adottata il 19 dicembre mentre si stavano chiudendo le liste e poi revocata dal Gip”, puntualizza.

“Per il modo con cui la segreteria nazionale del Pd ha gestito tutta questa partita delle elezioni in Calabria – spiega Bruno Bossio – nel momento in cui aveva deciso senza alcuna motivazione precisa, di non voler ricandidare Oliverio (Mario, governatore uscente della Regione, ndr) se non sulla base di un presunto sondaggio di mancata preferenza, contrariamente a quando accaduto per Emiliano (Michele, attuale governatore della Puglia) al quale è stato invece possibile fare le primarie. Questo perché nei confronti della Calabria c’è un atteggiamento razzista, quando si tagliano i soldi delle spese ordinarie, sanitaria, le infrastrutture e quando non ci consentono di esistere”.

Quanto all’eventualità che il Partito Democratico in Calabria abbia fatto le spese delle inchieste del procuratore Nicola Gratteri, più volte contestato dalla stessa moglie di Adamo, tra gli indagati, dice: “Oliviero, di fronte alle “retate” giudiziarie si è arreso e ha provato a presentare una lista, decimata perché dava fastidio che ci fossero delle persone che potevano avere più voti – risponde Enza Bruno Bossio – quindi abbiamo avuto una coalizione che è stato un miracolo che sia arrivata al 30%. Perché è accaduto tutto questo in Calabria? Perché hanno voluto mortificare così un territorio? Non Oliverio perché è uno, ma il Pd calabrese tutto, ed erano tanti. Uso il passato perché non so quanti ce ne saranno ancora. Non so se sia colpa delle vicende giudiziarie, Zingaretti ha sempre negato la loro influenza. Qui hanno fatto l’operazione opposta a quella di Bologna. Salvini andava in Emilia Romagna e diceva: “devo liberare l’Emilia Romagna”, Zingaretti veniva in Calabria e diceva: “devo liberare dalla Calabria”. Ma da che, dal governo del Pd? C’è riuscito benissimo. Ha liberato la Calabria dal governo Pd”.

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