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Stefano Graziano

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Il Pd riparte da dove aveva lasciato ovvero litigando. Pronti via ed è subito polemica. Solo che questa volta i nodi irrisolti della Calabria rischiano di proiettarsi anche a livello nazionale segno evidente dello stato di salute del partito.

Il redivivo commissario Stefano Graziano che gestisce da due anni il partito in Calabria ha organizzato per questa mattina la prima riunione per iniziare a discutere delle imminenti regionali. All’incontro sono stati convocati tutti i segretari delle federazioni provinciali, i consiglieri regionali, i deputati.

Tutti tranne uno: Enza Bruno Bossio colpevole evidentemente di eresia per non aver condiviso lo scorso gennaio la linea del partito che portò, senza possibilità di contraddittorio, al siluramento della ricandidatura di Mario Oliverio.

Fin qui tutto normale per i democrat calabresi che non hanno mai risolto i nodi politoci e i veleni di quella stagione. Ma ieri la polemica è andata oltre perché, in una chat interna del partito, Graziani ha chiesto agli altri membri del gruppo se erano d’accordo o meno con la presenza della deputata. Graziano nella chat scrive di aver ricevuto sollecitazioni da parte di Matteo Orfini.

«La mia posizione la conoscete vi pregherei di esprimere la vostra», conclude il messaggio.

È a quel punto che Marco Miccoli commissario della Federazione di Cosenza e dirigente romano scrive “Orfini chi?”.

Una frase che la dice lunga sul clima che si è creato nel partito e non solo in Calabria. Evidentemente Miccoli non ha ancora assorbito le polemiche registratesi a Roma nella caotica fase che portò al siluramento di Ignazio Marino da sindaco di Roma. Appare infatti piuttosto improbabile che un dirigente accorto come Miccoli non conosca il collega che del suo partito è stato presidente ovvero Matteo Orfini.

Insomma il viaggio del Pd verso le regionali in Calabria non parte affatto col piede giusto e, mentre in molti si chiedono la necessità politica di non invitare alla riunione un deputato che invece partecipa regolarmente alla direzione nazionali del partito di cui fa parte, ci sono malumori anche fra i giovani democratici anche loro esclusi da quest’incontro.

Alla faccia del percorso inclusivo di cui Graziano parla da tempo. Evidentemente il Pd vuole a un tempo allargarsi alla società civile ma dall’altro restringere i suoi perimetri interni. Sarà la strategia giusta?

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