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CATANZARO – Il dado è tratto. I pentastellati, almeno quelli che dispongono del simbolo, e non è poco, si aprono. Accettano, anzi sollecitano, un’interlocuzione elettorale a forze affini e che, comunque, vogliano mettere a fattor comune le forze per battere la destra che governa la regione. A rendere nota la novità sono i tre coordinatori per la campagna elettorale regionale, Riccardo Tucci, Alessandro Melicchio e Giuseppe Giorno che affermano: «Siamo pronti a trattare con le forze civiche e partitiche che vogliono il rinnovamento».

È una novità assoluta per la Calabria. Il trio sostiene: «Il Movimento 5 Stelle, in vista delle elezioni regionali del 2021, intende aprire un tavolo di trattative con tutte quelle forze civiche e partitiche, pronte al rinnovamento, che intendono dare alla Calabria una prospettiva di cambiamento radicale nell’interesse esclusivo dei calabresi e del bene comune. Il via libera al mandato esplorativo è arrivato nei giorni scorsi da parte dei portavoce 5 stelle calabresi prima e dagli attivisti dopo». Questa dichiarazione incrocia, senza sovrapporsi, quanto ha detto Carlo Guccione intervistato ieri da Massimo Clausi. Ma interseca anche le dichiarazioni di qualche giorno prima del commissario Stefano Graziano e anche le prospettive indicate da Mimmo Bevacqua.

Aggiungono i grillini: «Riteniamo occorra far tesoro delle esperienze passate, per questo motivo, ci auguriamo questa volta, vengano messi al bando i personalismi e gli egoismi di parte, puntando ad un più alto e nobile obiettivo che è quello di costruire insieme un futuro diverso per la regione. Anche i calabresi, stanchi di questo andazzo ci chiedono di intraprendere questa nuova strada ed è un nostro dovere ascoltarli, pena ritrovarsi gli Spirlì o i Tallini di turno, i “presidenti per caso”, a gestire, malamente, situazioni più grandi di loro, con grave pregiudizio per la regione. Tutti abbiamo visto cosa sono stati capaci di combinare in appena dieci mesi di governo: il loro lascito è una sequela infinita di disastri, di nomine illegittime, di gaffes e di sperpero di danaro pubblico».

«Non è più tempo di tatticismi – concludono i dichiaranti -, abbiamo l’occasione di cambiare, una volta per tutte, il volto di questa regione e scrollarci lo stigma di ultima della classe, e possiamo farlo solo lottando uniti con le forze sane della società. Come insegnava Enrico Berlinguer “ci si salva e si va avanti se si agisce insieme e non solo uno per uno”. Passa da qui il cambiamento e la storia ci darà ragione». In termini pratici cosa significa quest’apertura? Intanto, le acque paludose degli antagonisti della destra si muovono, e non era affatto scontato in tempi relativamente brevi. Da questo “incendio” si possono ottenere altri corti circuiti nella cosiddetta società civile. Non sarà facile, perché ogni aderente, o multiplo di esso, vorrà mettere il proprio timbro sulla discussione, ponendo veti e spaccando il capello in quattro. Ma le novità hanno un costo iniziale apparentemente salato.

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