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Maria Antonietta Ventura, candidata alla presidenza della Regione Pd-M5S

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COSENZA – L’altra sera è stato come se si fosse definitivamente consumata la parabola politica del MoVimento 5 Stelle. Dall’uno vale uno si è passati infatti all’uno che decide per tutti.

Così almeno è stata avvertita la scelta di Giuseppe Conte di puntare sull’imprenditrice Maria Antonietta Ventura per la Regione Calabria. Nonostante lei come prima cosa abbia effettuato una serie di telefonate ai parlamentari rimasti nel Movimento, a molti la scelta passata sopra la testa di tutti non è andata giù. Da qui il silenzio di questi giorni da parte di tutti.

Un disagio che si unisce alla perdita d’identità politica dei grillini e alla loro secessione avvenuta sul Governo Draghi. Così ieri all’incontro fra gli attivisti i presenti erano sotto i cento mentre ai tempi belli arrivavano fino a 250 persone.

Il problema è capire come e se riusciranno a fare liste un minimo competitive per queste regionali. Il punto di partenza sarebbero le persone che si erano candidate lo scorso dicembre quando la data per le elezioni era stata fissata per il 14 febbraio.

Il punto è che allora l’accordo con il Pd si ventilava ma non era ancora stato fatto. Molti di quelli che si erano candidati lo avevano fatto con riserva. La riserva era proprio il Pd.

Esaurita quella lista ai 5 Stelle non resta che affidarsi alla solita società civile. Difficile capire chi potrà coinvolgere e la sensazione è che questa sarà un’altra grana per la candidata.

La Ventura in questi giorni sta perfezionando la sua macchina organizzativa e da lunedì è pronta a buttarsi pancia a terra in questa lunga campagna elettorale. Dal suo entourage fanno sapere che non c’è nemmeno la minima idea di un eventuale ritiro come pure qualcuno sussurra e con buona pace di chi pensa che ci siano ancora spazi per ridiscutere il candidato del centrosinistra.

Non ce ne sono. Lo ha detto a chiare lettere Enrico Letta nel corso di un incontro con il gruppo dirigente calabrese. Un passaggio quasi di prassi visto che quando è segretario non aveva mai incontrato i quadri del territorio nonostante l’appuntamento elettorale.

Un incontro “molto proficuo”, lo definiscono fonti del Pd calabrese, in realtà è stata una riunione molto accesa con i maggiorenti calabresi del Pd che hanno espresso tutte le loro perplessità al segretario. C’è chi è arrivato a dire che forse la Calabria non fa parte dell’Italia visto che in tutto il Paese si sono svolte le primarie e qui no nonostante il sottosegretario Dalila Nesci le avesse chieste.

Qui non solo non si sono svolte queste feste di democrazia, ma non è nemmeno passato il nome di Nicola Irto che pure era stato proposto all’unanimità dal gruppo dirigente democrat.

Qualcuno poi è preoccupato per il profilo troppo moderato della candidata che rischia di lasciare scoperto il fronte a sinistra a tutto vantaggio di de Magistris.

Insomma la tensione nel Pd è altra ma tornare indietro non si può. Letta ha ribadito infatti la necessità dell’accordo con Conte, anche se qualcuno gli ha fatto notare che in Calabria il valore aggiunto del MoVimento potrebbe davvero essere irrilevante.

Così incassate le critiche Il segretario del Pd, tra le altre cose, ha preso l’impegno di venire “presto” in Calabria per sostenere la campagna elettorale del Pd e della coalizione.

«In campo ci sono Ventura e Occhiuto, tutti il resto favorisce il centrodestra», sarebbe il senso del ragionamento emerso a fine riunione. Quindi tutti pancia a terra per la compilazione delle liste e soprattutto per contrastare il centrodestra. Il tempo per lavorare c’è bisogna però recuperare una serenità perduta e far decantare la delusione per il metodo utilizzato nella scelta del candidato.

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