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La conferenza stampa di Luigi de Magistris a Lamezia Terme

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LAMEZIA TERME – Nessun accordo con Mario Oliverio. Sta tutto qui il senso della conferenza stampa di Luigi de Magistris convocata ieri mattina in un hotel di Lamezia Terme. Il sindaco di Napoli ha negato con forza possibili alleanze elettorali con chi «tenta di riciclarsi e salire su un carro vittorioso».

Colpa quindi dei soliti giornalisti cattivi l’aver solo pensato «di mescolare ciò che non è mescolabile». Per il resto il candidato non offre nessuna certezza, lasciando deluso chi si aspettava clamorose novità sui nomi dei candidati. Le liste ancora devono essere completate e lo saranno entro questa settimana.

«Saranno 5, 6 o 7 non lo so. Dobbiamo affinare la compilazione delle liste per evitare sovrapposizioni e renderle omogenee sui territori. Dico però che le liste saranno forti con gente che ha i voti fondati non sui bisogni che per noi sono diritti da garantire non catene alle quali legare il popolo». Nessuna certezza nemmeno sulla sua candidatura a consigliere in tutte le circoscrizioni con la lista DeMa «valuteremo insieme se sarà necessario o no».

Per il resto il candidato presidente della coalizione civica e popolare (quindi nè di centrosinistra nè di centrodestra) gigioneggia alla grande parlando di call center del Pd per trovare un candidato e di un ristoro da chiedere al Governo per «l’emergenza Spirlì, uno che invece di preoccuparsi come prevenire gli incendi continua a nominare portaborse».

Il presidente f.f. non dev’essere molto simpatico politicamente a de Magistris che nella sua breve conferenza stampa lo massacra. «Ho avuto grande rispetto per Jole Santelli, presidente eletta dal popolo perché il popolo si rispetta. Questo Spirlì invece non è nessuno. Andate a leggervi cosa ha previsto l’amministrazione regionale sull’ambiente e sui rifiuti nel Pnrr. Questa poteva essere la grande occasione per uscire fuori dall’emergenza e invece di fronte al disastro dei rifiuti del cosentino l’unica cosa che sono riusciti a pensare è la discarica, magari in Comuni come Crotone che da anni aspettano una seria bonifica del territorio. Così come sempre Spirlì, insieme al sindaco di Reggio Calabria per superare queste emergenze pensano a Melicuccà».

In effetti de Magistris non è tenero nemmeno con il Pd. Parla di un call center per la scelta del candidato. «Prima c’era Irto, poi Ciconte, poi la Ventura, adesso la Bruni. Io che ho girato in lungo e in largo la Calabria in questi mesi non sapete quanta gente incontro che mi dice: ma lo sai che avevano chiamato anche me?».

Fra i due poli, però, c’è una differenza, dice il sindaco di Napoli. Mentre nel centrodestra è sempre stato così «Berlusconi chiama Salvini che poi parla con la Meloni che si dice convinta, non so fino a che punto, della scelta di Occhiuto; nel centrosinistra si è fatto di peggio».

«Conte aveva una grande occasione – dice l’ex pm – sta lanciando un nuovo partito e che fa? Si abbraccia con quelli che sgovernano la Regione da 40 anni. Guardando certe foto mi verrebbe da citare Peppino De Filippo: vedi la Bruni da un lato, Letta a centro e Enza Bruno Bossio di lato. E ho detto tutto!»  Applausi scroscianti a sottolineare che la coalizione dei buoni è questa. Così De Magistris si gasa e si dice certo della vittoria, non senza prima aver tirato le orecchie al Governo centrale.

«Si doveva votare il 14 febbraio, poi l’11 aprile. Il rinvio ci sta tutto, ma perchè votare a ottobre e non a luglio? Perchè sospendere così tanti mesi la democrazia in Calabria. Se quanto accaduto in Calabria fosse avvenuto in Lombardia avremmo avuto questi tempi?  Non credo».

A questo proposito De Magistris parla anche della sua candidatura sostenendo che non è arrivata tardi. «Io un anno fa nemmeno ci pensavo. Poi fra Natale e Capodanno ho ricevuto tante sollecitazioni che mi hanno spinto a questo gesto d’amore per una terra che amo profondamente. Un po’ come avvenuto per Napoli. Io ero al parlamento europeo e devo dire mi stavo un po’ disintossicando dai veleni istituzionali. Poi molti amici mi hanno chiamato dicendomi della spazzatura che arrivava al primo piano, di una città allo sbando e ho deciso di mettermi in gioco».

Un parallelismo che vuole essere di buon auspicio visto che a Napoli vinse contro ogni pronostico. La stessa cosa che vuole fare in Calabria anche se la legge elettorale che non prevede il voto disgiunto ed eventuali secondi turni rende l’impresa un po’ più in salita. «Ma guardate che il centrodestra non è così unito e forte come sembra», avverte de Magistris.

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