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IL PNRR in Calabria fa rifiatare il settore delle costruzioni. A dirlo è la Banca d’Italia nel documento “L’occupazione attivata dal Pnrr nelle costruzioni a livello regionale”, pubblicato ieri. «Le risorse già assegnate dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza attiverebbero nel settore delle costruzioni, nel complesso delle regioni italiane, una domanda di lavoro stimata in circa 62mila persone su base annua nella media del periodo 2023-2026, pari al 6,5% dell’occupazione alle dipendenze delle costruzioni del 2019. Nell’anno di picco previsto, il 2025, la domanda arriverebbe a oltre 71mila persone» scrivono gli analisi di Bankitalia.

La Calabria – insieme a Sicilia e Basilicata – è tra le regioni in cui l’impatto sull’occupazione è maggiore in termini percentuali. Gli effetti più contenuti sarebbero registrati nella provincia Autonoma di Bolzano, in Lombardia, Val d’Aosta, Emilia-Romagna e Veneto.

In Calabria si stima che l’occupazione attivata dal Pnrr nel settore costruzioni sia di 3.236 unità su base annua (nel media del periodo 2023-2026), a fronte di un bacino di 113.908 persone in cerca di occupazione (di queste, circa 7mila hanno già avuto esperienza nel settore) e di 204.229 inattivi disponibili a lavorare (11mila con precedenti esperienze). I circa 3mila posti attivati rappresentano il 13,2 per cento degli occupati in edilizia nel 2019: l’impatto in termini percentuali è oltre il doppio del dato medio nazionale. Per le regioni dove l’impatto dovrebbe essere maggiore, scrive l’istituto di via Nazionale, «si può osservare come il settore delle costruzioni abbia già registrato una forte espansione dell’occupazione negli ultimi anni, anche per effetto del traino operato dagli incentivi fiscali agli interventi di riqualificazione degli immobili residenziali».

«Per regioni come Sicilia, Basilicata e Calabria l’incremento medio annuo di occupazione stimato per soddisfare lo stimolo dato dal Pnrr sarebbe circa la metà di quello osservato nel biennio 2019-21, che era seguito a una fase di calo occupazionale negli anni 2014-19. Solo la Campania – si legge nello studio di Bankitalia – aveva mostrato anche nel quinquennio 2014-2019 una forte espansione del numero di occupati dipendenti e l’incremento occupazionale annuo indotto dal Piano sarebbe comparabile all’ulteriore aumento registrato nel 2019-21». La domanda di lavoro generata dal Pnrr nelle costruzioni, per professione, vede per la Calabria una maggiore richiesta di operai specializzati: 57,2 per cento. A seguire gli operai non specializzati (20,6), le professioni tecniche a elevata specializzazione (12,9), le professioni amministrative e commerciali (9,3).

«L’effettiva domanda aggiuntiva di nuovi lavoratori dipenderà anche dall’evoluzione dell’attività nelle costruzioni connessa con gli interventi legati agli incentivi fiscali alla riqualificazione degli immobili residenziali, che hanno trainato la dinamica del settore nell’ultimo biennio. In presenza di una loro attenuazione, l’occupazione incrementale generata dal Pnrr si ridimensionerebbe, dato che parte dell’attività da esso generata potrebbe essere svolta da manodopera già assunta o mediante il reimpiego di lavoratori a tempo determinato il cui contratto è nel frattempo cessato» spiegano ancora dalla Banca d’Italia. Il Pnrr in Calabria ha quindi avuto per ora un impatto significativo nel settore costruzioni.

«In base alle nostre stime la crescita del valore aggiunto nelle costruzioni indotta dal Piano, in rapporto al livello registrato nel 2019, mostrerebbe una significativa eterogeneità regionale correlata con l’ammontare di risorse messe a disposizione. L’impatto sarebbe particolarmente elevato nelle regioni del Mezzogiorno. A fronte di un valore di circa il 6 per cento in media all’anno per il complesso del Paese – si legge nel paper – la crescita del valore aggiunto sarebbe quasi doppia per Campania e Puglia, e oltre il doppio per Sicilia e Calabria».

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