X
<
>

Nino Spirlì con Guido Longo e Francesco Paolo Figliuolo

Condividi:
5 minuti per la lettura

Il governatore leghista Nino Spirlì ai prof: «vaccinatevi». E sul debito della Sanità calabrese afferma: «delenda carthago». Il debito, cioè, deve essere azzerato, distrutto.

Il presidente della Regione, alla vigilia della presentazione delle liste per le elezioni regionali del 3 e 4 ottobre, ci parla dell’inizio dell’anno scolastico, dell’incognite dovute alla pandemia ancora galoppante e fa un appello agli insegnanti per completare la campagna di vaccinazione anticovid. Spirlì ha parole dolci per Mario Oliverio e Amalia Bruni, non per Luigi de Magistris.

Presidente Spirlì, lei si è ritrovato a dover gestire uno degli anni scolastici più difficili di sempre, per via della pandemia che lo scorso autunno riprendeva a galoppare. Sulla scuola ha assunto decisioni autonome, differenziandosi pure da Matteo Salvini, leader del suo partito, quando sulla Dad, ha lasciato libertà di scelta alle famiglie. Ora la scuola ricomincia e all’orizzonte, purtroppo, ancora si intravedono gli stessi nuvoli di un anno fa. Che ricordi ha di quei momenti difficili e che preoccupazioni ha per l’inizio del nuovo anno scolastico?

«Nessuna preoccupazione per il nuovo anno scolastico se non quella del gran numero di insegnanti e di operatori scolastici che ancora non si è sottoposto alla vaccinazione. È chiaro che i nostri ragazzi dovranno entrare in un ambiente che sia assolutamente sicuro. È necessario, pertanto, che tutti i professori e gli altri operatori scolastici che ancora non l’abbiano fatto, provvedano a vaccinarsi al più presto. Per quanto riguarda i ricordi del passato anno scolastico, penso con dispiacere ad alcuni attacchi che ho ricevuto. I quasi quattordicimila del mondo scolastico ancora non vaccinati, forse, oggi, mi danno la conferma che tale volontà esistesse già al tempo e che certi attacchi dello scorso mese di marzo, quando sollecitavo un’accelerazione dell’attività d’immunizzazione per i professori, proponendo pure l’interruzione delle lezioni, probabilmente avevano come motivazione non dichiarata quella di evitare la vaccinazione proposta dalla Regione».

Con il candidato governatore Roberto Occhiuto, di cui lei sarà il vice e probabile assessore alla Cultura, avete già parlato di scuola, visto che a ottobre, in caso di vittoria alle votazioni, potreste subito ritrovarvi difronte a emergenze da gestire dovute all’incremento dei contagi?

«Con Roberto Occhiuto condividiamo visioni e progetti. Per quanto riguarda la pubblica istruzione c’è una totale condivisione d’intenti sulle necessità del difficile periodo che stiamo attraversando. Di volta in volta, quindi, sarà il presidente della Regione, di concerto con l’assessore alla Cultura, ha prendere le decisioni opportune, sulla base dei dati relativi alla diffusione del virus».

L’altro giorno, i candidati governatori in lizza alle regionali del 3 e 4 ottobre prossimi, si sono pubblicamente confrontati sui problemi della Sanità regionale. Hanno parlato del disavanzo del comparto in Calabria. La sua battaglia per l’azzeramento di tale esorbitante debito, diversamente non risolvibile, a che punto è?

«Posso dire di essere stato una sorta di ariete nella richiesta al Governo dello stralcio e dall’azzeramento del debito della Sanità calabrese e, quindi, della riconsegna dell’amministrazione del comparto sanitario alla giunta regionale, che ne ha pieno diritto. I ministri interessati, Franco e Speranza, che ho incontrato a Roma e pure più volte, stanno lavorando su questa proposta, come è pure all’attenzione del premier Draghi e non è un segreto che sia una sorta di “delenda carthago” che arriva dalla Calabria. Sull’azzeramento del disavanzo e sulla fine del periodo di commissariamento con Occhiuto siamo sulla stessa lunghezza d’onda».

Quando la compianta governatrice Jole Santelli, nel marzo 2020 nominò Nino Spirlì suo vice, molti calabresi non la conoscevano e incuriositi hanno cercato informazioni sul suo profilo twitter, dove lei si presentava così: “Autore tv, Scrittore, Attore e Regista teatrale. Editorialista. Omosessuale a tempo perso. Cattolico praticante. Leghista”. Oggi, i calabresi – ma pure i big nazionali del centrodestra – la conoscono un po’ di più. Che differenza c’è, per Spirlì, tra ieri e oggi?

«Ai calabresi onesti non c’è voluto molto per capire chi fosse il sottoscritto, a dispetto dell’azione malefica di servi scicchi che hanno tentato di infangare l’acqua pulita, di infangare me, non riuscendoci, ovviamente. Oggi, con le nuove nobili adesioni alla Lega, una risposta alle critiche che ho ricevuto, la stanno dando le persone che, anche per mio tramite, si sono avvicinate al progetto leghista, che Matteo Salvini ha voluto per la Calabria. Di queste nuove adesioni ne sono fiero e ne vado orgoglioso, perché significano la fine del pregiudizio nei confronti di un partito politico e la conclusione di quell’ostracismo sociale e politico che mi ha riguardato anche perché appartenente a quel partito».

I pronostici sono dalla vostra parte. Ma se Spirlì, con un colpo di bacchetta magica, avesse la possibilità di attribuire il secondo posto, chi sceglierebbe fra Amalia Bruni, Luigi de Magistris e Mario Oliverio?

«Preferisco non attribuire il secondo posto a nessuno dei tre. L’unico politico dei tre è l’ex governatore Mario Oliverio ed è l’unico dei tre che al momento ha dimostrato di avere idee chiare. Al sindaco di Napoli dico che chi è antipolitico o si presenta come antipolitico non va, poi, alla ricerca di un ruolo politico o istituzionale. Chi è antipolitico si deve fermare in piazza e avere il coraggio di mantenere la piazza in ribellione, costantemente e in maniera legale. Per quanto riguarda la dottoressa Amalia Bruni, ritengo che la scienza e la ricerca stiamo perdendo un valido elemento, mentre la politica non sta guadagnando un vero leader».

Ma perché sta facendo ristrutturare il decimo piano della Cittadella?

«Nessuna ristrutturazione al decimo piano. C’è solo una diversa sistemazione di mobili che fanno parte, comunque, della Presidenza. I giornalisti stanno lavorando in una sala, che in ogni piano, è destinata alle riunioni e non è un open space. Nessun ha spostato alcun effetto personale, sono ancora lì e ritengo che prima di scrivere e provocare polemiche inutili, bisogna informarsi e informarsi bene».

Condividi:

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

EDICOLA DIGITALE