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Intervista al senatore di Forza Italia Mario Occhiuto, che parla di Tajani, Fascina e di Calabria e del futuro del partito: «Visione, speranza e una classe dirigente salda»

MARIO Occhiuto è un forzista della prima ora. A Cosenza, nel ‘93, fondò con altri – tra i quali Geppino De Rose – uno dei primi club di Forza Italia del Paese. Che in quel momento non era ancora un partito, ma un movimento. Poi si è concentrato sulla professione – quella di architetto – per tornare alla politica nel secondo decennio degli anni 2000, con la candidatura e l’elezione a sindaco di Cosenza prima e il ritorno in Forza Italia poco dopo. Partito con cui lo scorso autunno è stato eletto in Senato.

Dagli inizi degli anni ‘90 ad oggi Berlusconi lo ha incontrato tante volte.

«Ne ricorderò sempre la cortesia, la generosità, l’attenzione ai rapporti umani. Quando mi indicò come candidato alla presidenza della Regione, nel 2019, volle che gli inviassi tutti i disegni e i render dei miei lavori di architetto. Li stampò e li portò a Salvini per convincerlo» ricorda Occhiuto.

Oggi il partito prova a ripartire e a vincere l’ardua sfida del dopo Berlusconi. Senatore Mario Occhiuto, Forza Italia resisterà?

«Certo, Berlusconi non c’è più, ma le sue idee rimangono. Forza Italia si fonda su una visione: la rivoluzione liberale, che ancora non si è compiuta del tutto nel Paese e che dobbiamo perseguire, sulle orme di Berlusconi. E si fonda anche sulla speranza, quella nel cambiamento. Dovremo essere bravi ad alimentarla».

Non vi tenta l’idea di un partito unico del centrodestra?

«Forza Italia ha un’identità che deve mantenere e che è strategica nella coalizione. Siamo un partito dall’animo liberale e con una carica innovativa. Pensi ai temi ambientali e a una delle ultime interviste di Berlusconi, in cui ribadiva la necessità di contrastare il cambiamento climatico».

E non teme la fuga verso Italia Viva? Renzi è stato molto presente in questi giorni e i più maliziosi non hanno evitato di notarlo.

«Credo che Renzi, seppur in ritardo, abbia compreso la portata rivoluzionaria del messaggio di Berlusconi. Non temo alcuna fuga, ma se qualcuno vuole avvicinarsi a noi, è il benvenuto».

Nella riorganizzazione dei ruoli, alcune settimane fa, si era parlato del suo ingresso nel ruolo di capogruppo al Senato al posto di Licia Ronzulli. Erano solo voci?

«Non ho mai avanzato richieste né pretese. In questi mesi mi sono buttato a capofitto nel lavoro, per onorare al meglio il mandato elettorale di senatore, nelle commissioni e in Aula, insieme ai miei colleghi con i quali, devo dire, si è creato un gruppo molto affiatato».

Senantore Occhiuto, Forza Italia riparte da Tajani?

«Antonio Tajani è il leader designato da Berlusconi. E in questa funzione è necessario al partito. Rappresenta quello che Berlusconi ha fatto in questi anni e quello che sta facendo ora il governo Meloni, di cui Forza Italia fa parte con una squadra di ministri che ha in Tajani il capodelegazione. Tajani è il perno fondamentale e accanto a lui sarà importante poter contare su una classe dirigente salda, che si mostri capace di innovare e di rinnovare e di essere in sintonia con il sentiment del Paese. Come ha sempre fatto Berlusconi».

Che ruolo avrà Marta Fascina?

«È una parlamentare di Forza Italia. Da sempre ammiratrice e sostenitrice di Berlusconi e del progetto Forza Italia. È una persona che ha una grande capacità di ascolto e interviene sempre in modo puntuale. Non so quali sono o saranno le sue aspirazioni, io spero – proprio per la forte condivisione della visione e dei valori di Forza Italia che ha sempre dimostrato – che voglia continuare a dare il suo contributo al progetto».

Tajani ha detto di aver ricevuto un messaggio da Marina Berlusconi, in cui la figlia dell’ex premier ribadisce la vicinanza della famiglia al partito. Crede che i figli, o uno di loro, in futuro possano decidere di impegnarsi anche direttamente?

«Credo sapranno scegliere al meglio. Sono dei Berlusconi».

Senatore Occhiuto, la Calabria è la roccaforte di Forza Italia nel Paese. Crede che a questo debba corrispondere un maggiore spazio per i dirigenti calabresi nella leadership?

«La Calabria ha sempre avuto ruoli di primo piano nel partito e goduto di ascolto e attenzione. Mio fratello Roberto, ad esempio, è stato capogruppo alla Camera, prima di essere eletto governatore».

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