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Nicola Irto

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“Perché abbonarti a Netflix quando puoi seguire la campagna elettorale in Calabria?”. Scrive Taniuzza calabra su Twitter. E per stare a uno spettacolo più classico, come ha recentemente chiosato Minuz sul Foglio: “Forse il cinema è morto, ma la commedia all’italiana è viva e lotta insieme a noi”. 

Ricorda infatti una sceneggiatura da Dino Risi il gioco della coppia tra Luigi De Magistris e Carlo Tansi. I  due hanno fatto registrare l’ennesimo clamoroso divorzio politico che ridà linfa agli schieramenti classici del quadrante elettorale calabrese.

Mentre la Lega gonfia il petto sul bagnasciuga di Zambrone indicando per il centrodestra il facente funzioni Spirlì, da Roma è arrivato il plenipotenziario Boccia a proclamare la necessità delle primarie e a dire che Nicola Irto è di nuovo il candidato di riferimento, dopo averlo tenuto in salamoia ed esposto agli spifferi delle indiscrezioni su Ciconte, con molti pugnali nell’ombra.

Ben vengano le primarie. Ma come? Quando? In agosto sulle spiagge? In Calabria le primarie hanno una memoria simbolica dolorosa, per l’omicidio di Fortugno, avvenuto a Locri davanti ad un seggio della prima consultazione. E se quella era tragedia, oggi invece registriamo una specie di farsa.

Non fa parte della farsa però un dato politico lanciato da Nicola Irto nella sua intervista all’Espresso, e che nessuno ha ancora chiarito. E il passaggio in cui l’oggi ritrovato candidato aveva affermato: “C’è un trasversalismo, in pezzi del centrosinistra calabrese, dovuto ad interessi comuni con pezzi del centrodestra”.

Irto, ritornato in campo, ora dovrebbe chiarire e scacciare i mercanti dal tempio. Boccia e Graziano hanno fatto finta di non leggere. La questione riguarda anche il centrodestra.

Ma riguarda soprattutto gli elettori calabresi che devono conoscere questo Partito della pagnotta che ad ogni tornata vince le elezioni ed ha ridotto la Calabria nelle condizioni che ben conosciamo.

Qualcuno vuole spiegare?

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