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Michele Mirabello (mozione Cuperlo)

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CATANZARO – La commissione regionale della Calabria da inviare al congresso del Pd è stata proposta dal segretario regionale. Vi fanno parte 12 membri ma nessuno di questi rappresenta la mozione Cuperlo. Una situazione “politicamente inaccettabile” la definiscono i politici calabresi afferenti alla mozione e che hanno proposto ricorso ai massimi organi del partito e ai suoi organismi di garanzia.

“Un congresso particolarmente delicato ed importante per il futuro del Pd – scrivono – ma purtroppo i primi segnali che riceviamo sono in piena continuità con prassi ormai consunte che si auspicava fossero da tutti abbandonate. Anche il mancato rispetto dei termini entro i quali il regolamento stabilisce la nomina delle commissioni regionali e provinciali, che in Calabria non sono stati rispettati, immaginavamo fosse determinato dalla necessità di attivare processi e percorsi inclusivi di tutte le sensibilità facenti capo alle quattro mozioni congressuali. Al contrario, si è proceduto ad excludendum”.

Ad aumentare la delusione dei “cuperliani” anche l’incontro avuto, nei giorni scorsi, da Michele Mirabello, in rappresentanza della mozione, col segretario regionale Nicola Irto al fine di procedere alla costituzione delle commissioni attraverso una interlocuzione positiva ed un impegno collegiale ed unitario.

Nel testo del ricorso, inoltre, si fa riferimento ad una “irrituale” convocazione della direzione regionale che “anzichè essere formalmente convocata per consentire una valutazione ed un pronunciamento collegiale, viene irritualmente consultata per ciascun membro singolarmente ed a mezzo mail. Infatti, ai singoli componenti della direzione è stato trasmesso un elenco contenente undici nomi proposti in solitaria dal segretario regionale”. Una procedura che contraddice il regolamento congressuale.

I cuperliani nel loro ricorso chiedono che la proposta formulata venga formalmente ritirata e che ne vanga riformulata una nuova “che rappresenti tutte le mozioni al fine di definire una proposta di regole congressuali con ampia condivisione”

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