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COSENZA – Game over immediato per l’Aic (Autorità idrica calabrese). Chiusura da qui a sei mesi delle varie Ato dei rifiuti per costruire un unico ambito regionale. All’interno della legge, poi, è stato inserito l’articolo 18 dove si autorizza Fincalabra ad acquisire le azioni del socio privato di Sorical al prezzo simbolico di un euro (prezzo fissato dagli stessi privati)

Sono queste le ripercussioni più immediate del progetto di legge che la giunta ha approvato tre giorni fa per far nascere una multiutility che si occuperà di acqua e rifiuti. Con una delibera proposta dallo stesso Occhiuto e approvata nell’ultima seduta, la Giunta ha depositato in Consiglio regionale un disegno di legge che riforma il settore idrico e quello dei rifiuti, prevedendo la costituzione dell’”Autorità Rifiuti e Risorse Idriche Calabria”, in pratica la multiutility più volte evocata in questi mesi da Occhiuto.

«La gestione unitaria dei servizi pubblici locali – si legge nella relazione illustrativa al disegno di legge della Giunta – costituisce un indubbio valore aggiunto per il razionale svolgimento delle connaturate attività, in capo a un’unica governance che sia tuttavia espressione delle comunità locali, nel rispetto dei superiori principi di sussidiarietà, differenziazione, adeguatezza e leale collaborazione. È necessario pertanto – prosegue l’esecutivo regionale – procedere al riordino della disciplina in materia di organizzazione dei servizi pubblici locali ambientali e quindi alla proposizione di una proposta di legge che sia espressione dei predetti principi e nel contempo si avvalga di un modello di governance unico per il servizio idrico integrato e per il sistema di gestione dei rifiuti urbani».

Il punto più interessante certamente è quello di arrivare ad un modello di governance unitario del servizio idrico, il famoso gestore unico di tutto il ciclo che è una condizione necessaria per partecipare ai bandi del Pnrr. Il problema come sempre sono i tempi. La finestra del bando sulle reti idriche è fissata nel 30 giugno e difficilmente questo processo si potrà concludere entro quella data. Bisogna infatti considerare che il disegno di legge adesso deve passare dalle commissioni Ambiente e Bilancio e poi deve essere approvato dall’aula.

I tempi non sono l’unico problema. Il più grosso è la sostenibilità economica di questa nuova Autorità per la quale nella legge non è previsto alcun stanziamento. Il disegno di legge, però, prevede all’art. 4 comma 11 che «i costi di funzionamento dell’Autorità sono a carico di quota parte delle tariffe del servizio idrico integrato e del servizio di gestione dei rifiuti urbani […]».

Una misura certamente non inedita, ma che conosciamo abbastanza bene, visto che anche Sorical ha identico meccanismo per finanziarsi. I Comuni incassano i tributi dai cittadini e poi li versano a Sorical. Il problema è che in Calabria l’evasione, se non elusione, dei tributi sull’acqua tocca punte vicine al 60% come sa bene Sorical che di soldi dai Comuni ne ha visti pochini rispetto al preventivato e si è trovata in una crisi di liquidità che l’ha portata alla liquidazione sia pure in continuità.

Ecco. Il rischio che corre questa Multiutility potrebbe essere solo questo. Secondo calcoli abbastanza grossolani, infatti, una società di gestione che si occupi di acqua e rifiuti ha dei costi operativi vicini ai 400 milioni di euro annui. Come detto secondo la legge questi quattrini dovrebbero arrivare attraverso i tributi dei cittadini calabresi. L’esperienza ci dice che molto spesso questi soldi si perdono per strada, soprattutto nell’ultimo tratto ovvero quello dal bilancio alla liquidazione.

Altra osservazione si può fare riguardo al settore rifiuti dove il vero problema non è tanto l’organizzazione burocratica del sistema, quanto la realizzazione di un’impiantistica che renda la Calabria autosufficiente. Anche qui bisognerebbe fare in fretta visto che, ad esempio, nell’area urbana cosentina i rifiuti iniziano ad ammassarsi per strada.

Dalla Regione i tempi di reazione non sembrano rapidissimi, visto che, sempre per stare all’esempio, il commissario individuato per la riapertura momentanea della discarica di San Giovanni in Fiore per tamponare l’emergenza, sono due volte di seguito che non si presenta agli incontri chiesti dal Consorzio ValleCrati per avere alcune delucidazioni.

Evidentemente ha cose più urgenti da fare e la discarica resta chiusa.

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