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Gianni Cuperlo

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Caos Pd Calabria, in relazione alla mancata accettazione del tesseramento di alcuni esponenti tra cui Oliverio interviene Gianni Cuperlo

Finora si era tenuto defilato e aveva evitato di intervenire nella polemica in corso in Calabria, dove la sua mozione accusa il partito di gestire il congresso «in modo irresponsabile». Dopo la lettera di Oliverio, però, anche Gianni Cuperlo ha preso carta e penna per vergare la sua di lettera. Destinatario il segretario Enrico Letta.

«DEMOCRATICI DI SERIE A E DI SERIE B»

«Che peccato! Che peccato decidere che esistano democratici di serie A e di serie B – scrive Cuperlo – La commissione nazionale di garanzia ha ritenuto che la prevalenza della fase costituente valga solo per movimenti politici che abbiano deliberato la loro adesione al Pd e non per i singoli per i quali prevale invece la norma che vieta la loro iscrizione nonostante ne abbiano fatto regolare richiesta con la sola voglia di partecipare e dare una mano a costruire un nuovo partito più aperto e inclusivo».

In soldoni, Cuperlo lamenta un paradosso: se Oliverio avesse fatto parte, ad esempio, di Articolo 1, ora potrebbe partecipare ai congressi di circolo. Da neoiscritto non potrà farlo, perché la tessera gli è stata negata.

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CAOS PD IN CALABRIA, IL CASO OLIVERIO

«Io non ho la tessera del Pd dal 2019, anche se da presidente della Regione credo di essere stato uno dei tre consiglieri regionali su 13 eletti nelle liste Pd, ad aver adempiuto al mio dovere di versare il contributo mensile al partito fino all’ultimo giorno del mio mandato, ovvero fino al 14 febbraio 2020, data di insediamento del mio successore alla guida della Regione – scriveva Oliverio nella lettera inviata a Cuperlo ieri – Di fronte a questo quadro desolante non è mia intenzione ricorrere per via burocratica per ottenere la tessera pur essendoci tutte le ragioni e gli elementi. Ricorrere a cosa poi, visto che non vi è alcun atto formale assunto?».

Oliverio nella lettera a Cuperlo ribadiva il suo sostegno alla mozione «da esterno, mio malgrado». E tra le righe, però, sollecitava il suo candidato segretario a dire almeno una parola.

«Esponenti di primo piano del gruppo dirigente locale non perdono occasione per alimentare notizie secondo cui a Roma la nostra mozione avrebbe assunto la posizione di “lasciar fare” sulle vicende congressuali calabresi, avallando di fatto le scelte che, con furbizia pilatesca, portano a non decidere e quindi ad impedire la partecipazione di alcuni di noi al congresso costituente – scriveva Oliverio – A prova di ciò evidenziano il fatto che a livello nazionale non vi sarebbe stata alcuna presa di posizione pubblica su quanto qui si sta verificando. Ciò chiaramente alimenta confusione ed un clima di scoraggiamento».

CAOS PD IN CALABRIA, L’IMPEGNO DI CUPERLO

Sul caso delle tessere negate a Oliverio e altri cuperliani, i giochi ormai sono fatti. Il ricorso presentato dalla mozione è rimbalzato dalla commissione regionale per il congresso a quella nazionale. Da qui è tornato alle commissioni provinciali di Cosenza e Crotone: tocca a loro, per regolamento, esprimersi in primo grado.

Entrambe sono state diffidate da Bruno Villella, rappresentante regionale della mozione Cuperlo. Ma risposte non ne sono pervenute a quanto pare e i congressi di circolo terminano domani, domenica 12 febbraio. Insomma, rien ne va plus.

«Quanto è accaduto in Calabria con l’esclusione dall’iscrizione al Pd di Mario Oliverio e altri esponenti – conclude Cuperlo – è l’espressione di un partito chiuso e incapace di ricucire ferite che per quanto mi riguarda, qualunque sia l’esito del congresso, io mi impegnerò a cambiare. Questa volta per davvero».

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