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CATANZARO – Il comparto della specialistica ambulatoriale rischia di finire sul lastrico. A lanciare l’allarme è Alessia Bauleo, vice presidente di Federlab Italia, tra le principali associazioni di categoria dei laboratori di analisi e dei centri poliambulatoriali privati accreditati.

Sul banco degli imputati finisce la sentenza del Tar Calabria che, lo scorso 25 ottobre, ha in parte annullato due decreti emanati dal commissario ad acta, Guido Longo, sui tetti di spesa per le aziende sanitarie provinciali per l’acquisto di prestazioni di assistenza ospedaliera e specialistica ambulatoriale dal privato accreditato.

In pratica, accogliendo il ricorso delle cliniche private, il Tar ha riconosciuto l’errato trasferimento di fondi per un valore di circa 11 milioni di euro a vantaggio del settore ospedaliero. Fondi che, inizialmente, erano stati invece destinati proprio alla specialistica ambulatoriale.

Secondo Bauleo, tale sentenza contraddice “un precedente atto (il n. 6936) con il quale, nel 2020, il Consiglio di Stato aveva smontato tutti i decreti con cui l’allora commissario Scura aveva tolto risorse alla specialistica ambulatoriale per trasferirle al settore dell’ospedalità privata“.

Ebbene, spiega la rappresentante di Federlab “il Consiglio, in quella circostanza, fu chiaro quando condannò la sottrazione di fondi alle prestazioni ambulatoriali (e quindi agli stessi cittadini calabresi) per favorire l’acquisto di prestazioni ospedaliere. Con quella stessa sentenza, l’organo amministrativo riconobbe non solo la forte carenza di prestazioni sul territorio ma anche le inaccettabili liste di attesa cui inevitabilmente sarebbero andati incontro i pazienti”. Fu rilevato, inoltre, aggiunge ancora Bauleo “come tali prestazioni fossero offerte ai cittadini in misura molto inferiore rispetto al fabbisogno definito, tra l’altro, dallo stesso commissario; e infine si enunciò che l’attribuzione di risorse all’ospedalità privata violava, in modo oggettivo ed inequivocabile, la legge nazionale di Stabilità e dunque non aveva una legittima copertura economica”.

“La sentenza del Tar – denuncia la vicepresidente di Federlab – è un vero e proprio pasticcio giudiziario che rischia di mandare nel caos la sanità calabrese. Uno spostamento di 11 milioni verso le strutture ospedaliere a svantaggio della specialistica ambulatoriale, è infatti non solo deleterio per il comparto, ma anche in immediato contrasto con la legge di Stabilità e dunque palesemente improponibile”.

Ma a minacciare la sanità privata è anche l’entrata in vigore da gennaio del Nuovo Tariffario Nazionale, ricavato da studi compiuti al Nord su strutture gestite da grandi Gruppi o Multinazionali e assolutamente improponibile al Sud, dove non esistono questi laboratori, che arrivano a erogare milioni di prestazioni all’anno. L’entrata in vigore causerebbe ancora perdite di posti di lavoro e disservizio per la cittadinanza. “E’ inaccettabile – dice Laurie Lynn Carelli, componente del Consiglio nazionale dei Biologi – considerare i laboratori di analisi semplici fucine di dati, che escono dalle macchine automaticamente, senza che dietro ci siano professionisti che validano e interpretino i risultati”.

In Sicilia per domani è prevista una assemblea regionale a Palermo, a Lamezia è prevista una riunione venerdì alle 15 soprattutto riguardo alla faccenda Apa e Pac.

“La mia proposta – sottolinea ancora la Carelli – sarà di continuare ad erogare prestazioni ai paganti alle tariffe attuali e invitare tutti gli esenti a rivolgersi solo alle strutture pubbliche, in cui per ovvi motivi potranno essere applicate le nuove tariffe. Si creerà dunque anche in Italia una duplice sanità: quella senza liste di attesa del privato e quella con le attese bibliche del pubblico”.

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