X
<
>

Il presidente della Regione Calabria Roberto Occhiuto con il primo gruppo di medici cubani arrivati in Calabria nei mesi scorsi

Condividi:
2 minuti per la lettura

COSENZA – In Calabria a breve su sei medici almeno uno sarà cubano. Il dato è ovviamente approssimativo se si guarda ai circa duemila dottori ospedalieri in servizio. E questo perché la regione è pronta ad accogliere e mettere subito in servizio altri 55 medici caraibici, alzando così il numero della brigata a 328. È il punto di una riunione avuta ieri dal commissario-occhiuto con la Cmc, la società commerciale cubana che sta gestendo l’arrivo dei dottori sulle sponde calabresi. L’allarme, ancora una volta, è nei Pronto soccorso degli ospedali regionali. Occhiuto ha specificatamente richiesto un contingente immediato da utilizzare nella gestione dei codici bianchi, i meno complessi in assoluto, all’interno degli ospedali calabresi. Codici che, in un sistema sanitario “normale”, non dovrebbero neanche arrivare nei nosocomi.

Dalla Cmc sono arrivate rassicurazioni: 55 camici bianchi sono già pronti a fare le valigie per arrivare a queste latitudini. Dovranno, ovviamente, effettuare le canoniche due settimane di formazione linguistica all’Unical prima di entrare in servizio. L’accordo, che è valido fino al 2025, è comunque ancora una procedura aperta. Il protocollo prevede complessivamente quasi 500 medici dal paese cubano da utilizzare in Calabria come tampone per coprire le carenze, ormai strutturali, di personale medico soprattutto negli ospedali. Tutto questo in previsione di un’estate, l’ennesima, che si preannuncia complessa. L’ultimo e unico concorso regionale non ha sortito gli effetti sperati quantomeno per i Pronto soccorso. Soltanto 90 su 145 posti disponibili i medici che hanno effettivamente preso servizio a tempo indeterminato.

Con il grande “mistero” dell’università di Catanzaro a fare da contorno. Sembra ci siano problemi sulle autorizzazioni per gli specializzandi, quasi tutti entrati in graduatoria con specialità equipollenti a quella di medicina d’emergenza-urgenza. Il gruppo dei 90, composto da circa una settantina di medici specialisti, potrebbe assottigliarsi ancora in mancanza di un accordo solido con l’Umg. Nel frattempo vanno avanti le trattative, mentre negli ospedali calabresi la presenza cubana sta ormai guadagnando il sostegno di una fetta sempre più ampia di cittadinanza. Allo stesso tempo non mancano gli scontri con i medici italiani. Oltre i 55 si lavora all’arrivo di altri dottori, anche e soprattutto per evitare svuotamenti pericolosi tra la primavera e l’estate con l’arrivo delle ferie. Soluzione tampone, appunto.

Condividi:

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

EDICOLA DIGITALE