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COSENZA – Ventidue milioni di euro rimodulati dai fondi Pac e altri ottanta di fondi Covid nel cassetto. In mezzo una proroga dei contratti per 1400 precari tra infermieri, Oss e medici. Tutto personale che in questi anni è stata impiegata anche in altri reparti, lì dove il Covid non c’era. Una sorta di “stampella” ad un sistema sanitario in eterna carenza di personale nonostante graduatorie bloccate e piani di assunzione straordinari mai avviati. Mentre Occhiuto ordina ai commissari di Asp e aziende ospedaliere, di prorogare i contratti in scadenza al 31 marzo con la chiusura dello stato di emergenza, ha proceduto anche a “diffidarli”. in poche parole il cambio dei manager sarebbe dunque in arrivo.

Ma nel frattempo il virus corre di nuovo. I 22 milioni di euro rimodulati dai Pac hanno trovato il parere positivo della commissione Bilancio del consiglio regionale. I fondi dovrebbero finire in tasca a chiunque abbia lavorato nella gestione dell’epidemia, dai centri vaccinali ai reparti, per coprire i costi di indennità e prestazioni aggiuntive. Ma nel frattempo c’è da mettere mano a quanto non è stato speso in fase di emergenza. Su questo Occhiuto ha segnalato gravi ritardi da parte delle stesse aziende sulla gestione del personale e degli interventi di potenziamento delle strutture per l’emergenza Covid. E si aspetta un piano assunzioni già autorizzato dal ministero, con fondi già stanziati, che non arriva.

L’opposizione incalza: «E’ davvero strana per non dire altro la presa di posizione del presidente Occhiuto che parla di forti preoccupazioni in ordine alle criticità che riguardano il fabbisogno di personale sanitario nella nostra Regione – dice Amalia Bruni – soprattutto per quanto riguarda quello necessario a fronteggiare la fase dell’emergenza del coronavirus. Ed è ancora più strano che è sempre il Governatore a sottolineare gravi ritardi nelle procedure di reintegro degli organici da parte delle Aziende Sanitarie provinciali e di quelle Ospedaliere».

Anche la Fp Cgil esprime qualche perplessità: «Ben venga la sollecitazione alle Aziende a fare i compiti a casa – dice Alessandra Baldari – ovvero prorogare i contratti e spendere le risorse già assegnate per emergenza Covid nel 2020 e 202. Una sollecitazione, quella del Presidente, necessaria ma non sufficiente, sia riguardo alle motivazioni che la supportano, sia riguardo al tempo di proroga previsto. Riteniamo – prosegue Baldari – che sia giunto il tempo di affrontare, di concerto con le parti sociali, il problema delle assunzioni indispensabili per il sistema sanitario regionale, per consentire ai Lea di poter risalire la china. Una proroga così breve, seppur indispensabile, sostiene ancora una volta solo l’ennesimo momento emergenziale e non coglie le opportunità, anche normative, per programmare un piano di assunzioni che fissi linee guida per le aziende tenendo in debito conto la possibilità di prevedere percorsi di stabilizzazione per tutti i lavoratori ingaggiati in emergenza, lo scorrimento delle graduatorie ancora aperte, percorsi di selezione per tutti i lavoratori che con varie tipologie di contratto hanno supportato tutte le strutture sanitarie».

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