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Il termovalorizzatore di Gioia Tauro

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COSENZA – La famosa multiutility, il cui quadro di riferimento normativo è contenuto nella delibera n° 118 del 21 marzo scorso, resta ancora una nebulosa oscura. Nelle intenzioni del presidente Occhiuto la nuova autorità dovrebbe occuparsi di acqua e rifiuti, due problemi atavici della Calabria che negli anni hanno portato non soltanto a disservizi, ma anche a vere e proprie voragini nei bilanci dei comuni e di riflesso anche in quello della Regione. Basti pensare che l’allora amministrazione Oliverio non riuscì a chiudere il bilancio proprio per un buco di 350 milioni derivante da crediti dei comuni per acqua e rifiuti.

Detto che la riorganizzazione del settore è quantomai necessaria, il punto restano i tempi che il Pnrr vuole stringenti. Sull’acqua abbiamo già scritto tanto e ancora non si intravede quella che sarà la soluzione finale. C’è stata la trasformazione di Sorical in società interamente pubblica, ma nel settore idrico operano altri soggetti che adesso bisogna vedere come inserire nella nuova architettura istituzionale del settore. Soprattutto bisogna capire come coinvolgere i comuni.

Se sull’acqua la situazione si muove come un ingranaggio arrugginito, anche sui rifiuti si procede a rilento. Anche qui il settore conosce un forte ritardo e la necessità di una tempestiva riorganizzazione, come dimostra la delibera 299 dell’8 luglio scorso, attraverso la quale, la giunta regionale apporta modifiche all’attuale Piano che fu approvato con la deliberazione del Consiglio Regionale n. 156 del 19 dicembre 2016, e successivamente modificato con la deliberazione del Consiglio Regionale n. 474 del 19 dicembre 2019.

Nella nuova delibera si fa uno screening dello stato di attuazione del vecchio piano ed emergono ritardi atavici nella sua realizzazione sia sotto il profilo dell’andamento della raccolta differenziata (percentuali al di sotto dello standard minimo), sia soprattutto a causa della mancata realizzazione degli impianti pubblici. Nella delibera, che è stata già calendarizzata e che dovrebbe approdare il prossimo 21 luglio in commissione Ambiente, vengono individuati nove impianti.

Tutti i 9 impianti pubblici di trattamento rifiuti di cui alla presente pianificazione, a valle delle operazioni di selezione e valorizzazione per il recupero di materia, produrranno degli scarti di lavorazione, che dovranno essere avviati a termovalorizzazione per recupero energetico. La quantità stimata costituita dalle frazioni biodegradabili bioessicate, dagli scarti non riciclabili e a valenza combustibile delle linee remat, dagli scarti non riciclabili e a valenza combustibile delle linee di valorizzazione delle frazioni secche riciclabili da Rd, avviata a recupero energetico, sarà pari a circa 350.000 t/anno sino alla realizzazione dell’impiantistica pubblica prevista nel Piano e, successivamente, si attesterà a circa 250.000 t/anno. La termovalorizzazione di tale frazione di rifiuti avverrà nell’impianto di Gioia Tauro attraverso l’adeguamento dell’unità A autorizzata e in esercizio e il completamento dell’unità B parzialmente realizzata».

L’impianto – è scritto nella relazione – subirà un intervento di adeguamento e completamento per il recupero funzionale di entrambe le Unità A e B con riferimento all’applicazione della Decisione di Esecuzione (Ue) 2019/2010 della Commissione del 12 novembre 2019 che stabilisce le conclusioni sulle migliori tecniche disponibili (Bat), a norma della direttiva 2010/75/Ue del Parlamento europeo e del Consiglio per l’incenerimento dei rifiuti, anche con l’inserimento di una linea di inertizzazione ceneri e polveri mediante un sistema di abbattimento dei fumi con recupero di prodotti solidi residui.

Il punto di forza del piano di Occhiuto resta quindi il raddoppio del termovalorizzatore di Gioia Tauro. La manifestazione d’interesse per il project financing dell’impianto, che originariamente scadeva lo scorso 30 maggio, è stata recentemente posticipata al 29 luglio evidentemente per le richieste delle ditte interessate che hanno chiesto un supplemento di indagine prima di elaborare una proposta.

Se così stanno le cose risulta alquanto misteriosa la nota inviata recentemente dal commissario straordinario dell’Autorità rifiuti e risorse idriche Calabria, Bruno Gualtieri. Questi ha annunciato che i rifiuti calabresi non saranno più portati all’estero e così noi contribuenti avremo un bel risparmio passando da pagare 300 euro a tonnellate lo smaltimento a 150. In che modo non siamo però riusciti a capirlo bene.

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